Sunday 30 September 2012

Economics for Dummies (una base teorica per combattere il populismo).

Ci sono alcune cose su cui e' facile essere tutti d'accordo: nessuno puo' restare indifferente al walking bass che si sente in "Superstition".
"Non ci sono piu' le veline di una volta e' un asserzione condivisibile". 
Il film Giapponese "Porco Rosso" e' indubbiamente una bellissima opera di Miyazaky.
Un grande consenso, pero' non rende un asserzione piu' vero.

In questi giorni sento dire a Berlusconi degli sproloqui per cavalcare demagogigamente il malcontento per una situazione che ha enormemente contribuito a creare.
Se il PP europeo fosse un partito serio dovrebbe espellere PdL dalle sue fila e invitarlo a migrare fra gli Euroscettici.
Il populismo tende a sempificare. Per trovare le soluzioni, invece, bisogna comprendere le variabili che influenzano il sistema.
Volendo capirne un po' di piu', sono andato a studiare un po' di teorie economiche dal vecchio libro di economia del Liceo ed ho acoltato un po' di programmi a tema.

Le due teorie principali sono quelle di stampo Keynesiano (Scuola di Cambridge) e quella della scuola di Chicago.

La teoria di Chicago ipotizza che il mercato si regoli da solo.
Esempio: non ti puoi permettere una casa?
Vai in affitto. Se tutti fanno come te, la domanda diminuira e i prezzi scenderanno.
Allora ti potrai permettere di acquistare la casa.

La teoria Keynesiana, invece prevede che lo stato debba influenzare il mercato.
Prendendo di nuovo l'esempio della casa. Lo stato potrebbe tagliare il costo del denaro per le banche, favorendo i prestiti e permettendo l'acquisto della casa anche da parte di chi normalmente non se lo potrebbe permettere.
Keynes arrivava addirittura a postulare che per i periodi di crisi si fossero i momenti ottimali per investire in grandi opere.
Faccio un esempio, gli acquedotti italiani sono antichi e causano perdite per per 2.6 miliardi di all'anno. Rifare i tubi permetterebbe di innestare liquidi nel sistema (in ogni senso): dare impiego a persone che hanno perso il lavoro per la crisi e impiegarle nell'operazione permetterebbe di immettere denaro nel sistema economico.
Le famiglie potrebbero sopravviere alla crisi e, facendo acquisti, aiutare l'economia a ripartire.

Ovviamente tutti i sistemi hanno dei problemi.
Un sistema Keynesiano che elargisce soldi, sensa un sistema che li controlli da vicino, si potrebbe paragonare ai soldi che l'Europa eroga a fondo perduto alle aree sottosviluppate del continente.
A causa dei mancati controlli e della scarsa competenza politica, spesso questi soldi, anziche' creare sviluppo e immettere risorse nell'economia che si vuol fare sviluppare finiscono in conti cifrati in Svizzera.

Una societa' che segua la sola scuola di Chicago, limitandosi a domanda e offerta ed essendo orientato al profitto, farebbe mancare i servizi (anche quelli piu' basilari), a chi non se li puo' permettere.
Alla lunga questo creerebbe una societa' altamente divisa tra ricchi, sani, belli e istruiti (che facilmente conquistano posti di responsabilita e potere) e poveri che, per quanto bravi non potranno accedere a servizi quali l'istruzione.
Nell'universita' dove lavoro hanno aumentato la retta universitaria a 9.000 sterline all'anno (a cui aggiungere affitto e altre spese).
Le statistiche hanno evidenziato un calo degli iscritti, sopratutto da quelle famiglie meno abbienti che non vogliono farsi carico di un debito cosi' alto, per l'istruzione.

Io non so quale sia la ricetta alla crisi. Credo che non esista una sola soluzione a una crisi con cosi' tante sfaccettature. 
Pero' so che chi cavalca la crisi per tornaconto personale, chi diffonde notizie false e non basa ragionamenti su fatti concreti e' parte del problema.
 
La prossima volta che sentirete gridare soluzioni alla crisi come slogan da stadio: "no Euro".
"Stampiamo moneta per pagare il debito" (senza capire che questo farebbe lievitare i prezzi delle materie prime che l'Italia compra dagli altri paesi), "buttiamo la Germania e chi vuole il rispetto delle regole fuori dall'Europa".
Fermatelo e guardandolo negli occhi chiedetegli: ma tu di che segno sei? Keynesiano o Chicago Boys?

Post con simile tematica: 1, 2.

Sunday 23 September 2012

Vita, Liberta' e ricerca della felicita'.

...e' passato un po' di tempo senza scrivere.
Non era mai successo, dal 2006, quand'e' nato questo blog ma avevo bisogno di staccare un po'. Ora sono tornato.

Verso fine Luglio si paventava il serio rischio di dovere andare a lavorare in America.
Poi, un giorno, mentre ero gia' li' a programmare il trasloco, hanno approvato un nuovo progetto con un nuovo ruolo per me, nuove responsabilita', ancora in Galles.
Dopo tutto questo stress ho voluto staccare un attimo.
Ho pensato che se fossi andato via ora non avrei visto molte cose e mi sarei precluso molte esperienze e allora m'e' venuta piu' voglia di andare in giro a visitare le cose belle di questo paese.
Nei prossimi post vi raccontero' alcune cose.
Ma oggi volevo raccontarvi come ci son rimasto male nello scoprire, al ritorno da uno di questi viaggi, che era morto Armstrong quello che era andato sulla luna e guardando la terra aveva esclamato "what a wonderful world" =).

Nei profili psicologici degli astronauti, specie quelli che sono adibiti a missioni chiave, si prediligono i profili freddi; evitando poeti e animi artistici.
Servono persone che sanno concentrarsi sul compito senza distrasi (Armstrong dimostro' molto sangue freddo quando passo' ai comandi manuali per fare atterrare il LEM Eagle).
Eppure, nonostante quel profilo qull'uomo riusci a partorire questo pensiero: "“Mi ha improvvisamente colpito che quel minuscolo pianetino grazioso e blu fosse la Terra. Ho sollevato il pollice, ho strizzato l’occhio e il mio pollice ha cancellato l’immagine della Terra. Però non mi sono sentito un gigante. Mi sono sentito molto piccolo”.
Una sensazione difficile da immaginare, ma lasciatemi raccontarvi un altra cosa.

Avrete sentito che qualche settimana fa la missione Voyager ha compiuto 35 anni (del 77 vennero prodotte cose di ottima fattura:  le sonde Voyager, me e certi Brunelli di Montalcino).
Quando la sonda stava per lasciare il sistema solare, nel 1990, mentre sulla terra scompariva la DDR e s'archiviava quell'eta' storica, la sonda venne girata per l'ultima volta a scattare una foto verso il sistema solare.
La foto che ne risulto' e' stata chiamata Blue Pale Dot: pallido puntino blu.
La foto potra' non sembrarvi particolarmente bella, ma guardate meglio quel puntino.
Quel Pixel luminoso, sulla striatura gialla. Quel pois siamo noi, la nostra terra, quella coi panni stesi fuori e' casa mia.
Pensandoci, vi sentite forse dei giganti?

Quella foto mi fa pensare quanto sia improbabile l'ipotesi di un disegno intelligente per ognuno di noi (anche se sarebbe bello che ci fosse un disegno intelligente ovvero un mandante delle cazzate che compio ogni giorno). 
Penso che in tutto questo ci sia molto di casuale. E penso che niente e' deciso in partenza.
Nessuno parte favorito, ognuno vive la vita come viene o come meglio puo' ma senza aspettare qualcosa in cielo. Su questa terra.
E' nostro diritto e dovere rendere la nostra vita spettacolare ricercando la felicita'*.

* si lo so che Life, liberty and pursuit of happiness sono alla base di un famoso documento di autodeterminazone degli USA, ma io preferirei ricercarli in Europa, se possibile (secondo posto Asia, terzo posto Brasile; Copacabana).

Saturday 15 September 2012

Thursday 19 July 2012

Let's dance to Joy Division...

Nel 1977 moriva Elvis e nascevamo io e il punk (ma le 3 cose, che io sappia, non sono correlate).    
Io e il movimento punk ci proponevamo di fare tabula rasa di tutto cio’ che c’era stato prima del nostro avvento. 
I punk erano nichilisti, io mi divertivo a distruggere le cose che mi mettevano intorno, masticavo giocattoli, distruggevo deprecabili soprmibili e cosi via.  
Qualche anno dopo mi insegnarono a usare il giradischi.  
Il giradischi per un bambino e' un oggetto affascinante. Se avete meno di 30 anni non sapete cosa significhi prendere il disco in Gommalacca o vinile, depositarlo al centro del piatto alineando il pippiolino, passarvi sopra un panno di velluto mentre il disco gira, portare la testina, al punto esatto e farla scendere delicatamente tra le tracce.  
Sembra preistoria ma fino agli anni 90 si faceva cosi'.  
Da piccolo mi perdevo a guardare i dischi. 
Mi piacevano le copertine dei dischi che, essendo allorapiccolino, mi sembravano enormi.  
Ricordo ancora alcune di esse: i capelli arruffati di Bob Dylan, i capelli arruffati di Rino Gaetano, i capelli arruffati di Frank Zappa. 
Ma copertina che preferivo rappresentava delle line nervosa tracciate su uno sfondo nero: "Unknown pleasure" dei Joy division. 
Ora io so che quel tracciato rappresenta il tracciato di una stella morente e so che il grafico ha perfettamente senso perche’ il momento in cui una stella raggiunge la massima luminosita’ coincide con la sua esplosione, che era l'esatta metafora della parabola di Ian Curtis, il cantante dei Joy Division che si sarebbe suicidato nel 1979. 
Oggi so anche che i Joy division prendono il nome da Casa di bambola. In quell testo quell nome si riferiva alla baracca dove venivano mandate le prigioniere ebree costrette a prostituirsi con un cinico riferimento alla gioia in mezz alla piu’ desolante disperazione.  
So anche che i Joy division hanno continuato come “New Order” che hanno raggiunto il successo, ma a me quelle musicchicchie cacchie hanno sempre fatto venire in mente la frase di Guccini: “qualcuno è andato per formarsi, chi per seguire la ragione, chi perchè stanco di giocare, bere il vino, sputtanarsi ed è una morte un po' peggiore”.  
Ma tutto questo lo seppi dopo.  
Io allora non lo sapevo. Sapevo solo che mi piaceva quel disco nero, e mi piaceva quel tizio che cantava con una voce tutta storta. 
Pensavo che quel tizio si impegnasse proprio tanto per seguire la melodia della canzone, ma che proprio non ci riusciva e ne veniva fuori una voce senza modulazione.  
Io, non sapevo chi la cantasse o cosa dicesse, sapevo solo che tentava a fare una cosa e non ci riusciva...e che la musica mi metteva allegria e tristezza al tempo istesso.
Allegria. Tristezza. Joy Division.  
Qualche settimana fa la Disney, accettando un disegno proposto da un disegnatore, senza capire cosa rappresentasse. 
Ha messo in vendita una maglietta di Mickey Mouse ispirata ai Joy Division (anche se da li’ a poco il negozio avrebbe ritirato la maglietta).  
Vederla m'ha scucito un sorriso. Allegria Topolino e Depressione Curtis insieme. M'ha ricordato questa canzone dei Wombat che diceva:  
“Balliamo sui Joy Division, celebriamo l’ironia, tutto va male ma siamo cosi’ felici 
Balliamo sui Joy Division, innalziamo i calici, perche' tutto puo' andare a finire male, ma siamo cosi' felici.”
Quindi ho pensato che, tutto sommato, fosse un ottima  filosofia di vita, ed ho iniziato a guardare il mio futuro con un senso di giocondo ma rassicurante pessimismo.

Thursday 5 July 2012

Cronache del Dopobarba*

Lascio un commento su un blog amico. La pagina web mi chiede di dimostrare di non essere un robot scrivendo qualcosa in una finestrella.  
Svogliato digito: “portami tua sorella”. Mi mette davanti un altro codice da decriptare.  
Ultimamente tra piattaforme scomparse, foto dei vecchi post che svaniscono e commenti sempre piu’ difficili da fare non e’ un bel momento per i blog. Che poi a volte rimane da chiedersi se ci sia mai stato davvero un bel momento per i blog.
Vi ricordate come inizio’ tutto? 
Era solo il 2007 ma sembra un secolo: in Italia tutti parlavano di Second LifeLe istituzioni buttavano soldi reali per mettere dei palazzi virtuali su Second Life: il comune, la provincia, il governo. 
Quando tutti (tranne io e qualche altro) ebbero il proprio omino, si resero conto che, al di la’ di andare in giro la prima volta, non e’ che questa seconda vita servisse a tanto: troppo simile alla vita reale per essere interessante, troppo distante dalla vita reale per non preferire una sera fuori. Quella era anche l’epoca dei blog.  
Tutti a giocare ad esser scrittori, tutti interessati a vedere com’era il mondo descrito con le parole degli altri. 
Ci fu un periodo in cui tutti i libri erano scritti da blogger e pefino un sito inutile come questo blog, ricevevano 200 visite giornaliere (anche se il 50% del traffico si basava sulle poppe della Canalis). 
Ma i blog avevano un problema: richiedevano cura e tempo forse, ma non ne sono sicuro a 100%, una minima capacita’ di scrittura. 
La nuova frontiera, consistette nell’ allestire delle vetrine piene di dati personali, foto etc. In poche parole, arrivava l’era di Facebook.
Capisco la fascinazione della gente. Se seleziono 100 foto con cura, anche io sembro uno che fa una vita spettacolare, faccio cose, vedo gente etc. perche’ nella vita sono poche le pagine importanti, il resto, fa volume e a saperle selezionare si puo’ far credere quel che si vuole.
Pero’ noi siamo la somma di quelle pagine, mica solo quelle che mostriamo a degli amici. Amici? la maggiorparte dei contatti sono amicizie che s'erano perdute, ca cui abbiamo deciso di daredare un altra possibilita’.
Ho perfino sentito dire che i datori di lavoro reperiscono cosi’ informazioni su chi assumere. La cosa un po’ mi spaventa: un datore di lavoro cercasse il mio nome su Fb, non mi troverebbe, ma troverebbe un mio omonimo che annovera tra i suoi film preferiti: Montecarlo Gran casino’....poi mi chiedo come mai la mia carriera non procede velocemente come vorrei.  
...e la riflessione torna davanti a quel cursore, punto interrogativo pulsante di una domanda inevasa. Come dimostrare che non sono un robot? Il pensiero umano puo’ essere imitato, le foto, le esperienze vissute non dimostrano niente. Rinuncio, chiudo gli occhi e mi addormo, nella tela scura posso immaginare cio’ che voglio. 
Prima di dare il comando all’inconscio mi chiedo se sia l capacita’ di sognare che rende diversa una vita automatica e robotica, da una vita reale...poi quando mi addormo sogno di pecore elettriche.

* Il titolo fa riferimento a questo libro qua e al suo grande autore.

Saturday 30 June 2012

Perche’ dobbiamo chiedere scusa ai tedeschi: di come poche teste di minchia riescono a rovinare sempre tutto


I tedeschi sono un popolo fiero, pragmatico, organizzato ed efficiante. Sara’ una frase banale, ma dopo avere vissuto 5 anni in Germania, ho acquisito il diritto di dirlo con coscienza.
Il tedesco, anche per un suo substrato culturale di stampo luterano, e’ fermamente convinto che se seguira’ a compiere con fede le azioni che crede giuste, sara’  infine ripagato dei suoi sforzi.
L’Italiano e’ l’esatto contrario: ha un enorme potenziale ma tende a galleggiare sempre un po’ al di sotto della media,  eppure quand’e’ il momento giusto, riesce a fare delle azioni cosi’ incredibili da stupire tutto il mondo. 
Io ho fatto il dottorato a Dresda, Germania Est.
Sabine mi racconto' che quando la Volkswagen arrivo’ agli stabilimenti dove producevano le Trabant nel 1990, presero i macchinari ancora in funzione e li misero in un museo.
Poi gli operai giovani vennero istruiti su come  usare i macchinari di nuova generazione  prodotti nella Germania Ovest. Il padre di Sabine e molti altri, operai piu' anziani invece, vennero prepensionati.
Cio’ creo’ frustazione negli operai letteralmente buttati fuori dai posti di lavoro, ma anche un po’ nei tedeschi dell’Ovest che decisero di cambiare con un valore di 1:1 i marchi dell’est, accollandosi  la differenza tra le due valute.
Il risultato dei loro sforzi pago’ molti anni dopo, con le due Germanie, finalmente riunite a costituire il motore dell'Europa dove la ricchezza reale viene prodotta.
I tedeschi avevano fatto dele scelte dolorose e programmato il ripianamento di 50 anni di differenza accumulate fra le due Germanie fino ad esserne ripagati con un economia solida come quella attuale. 

Io sogno ancora che qualcuno vada nell’Italia del sud e investa seriamente in infrastrutture economiche creando vera occupazione e tagliando tutti i posti inutili che anni di politica assistenziale han creato per gente senza merito e capacita’.
Per questo motivo io rispetto i tedeschi, anche la Merkel che con la sua lentezza e i suoi salvataggi all’ultimo minuto fa ingenti danni per tutti (tenere la Grecia in sospeso per mesi accresce i debiti togliendo fiducia al mercato).  Eppure per una certa visione economico-culturale e' impossibile elargire i soldi finche’ il ricevente non abbia capito il loro vero valore e quanto costi meritarseli.

E’ quasi una punizione, ma va dato atto loro che alcune democrazie non danno garanzie: per esempio i governi Berlusconi hanno distribuito i soldi pubblici senza un progetto per la crescita e favorendo i soliti amici di amici (confindustria prima non si lamentava) contribuendo alla rovina economica del paese (vedo grafico sulla crescita del debito Italiano).
Il popolo italiano e quelo tedesco sono due popoli opposti e per questo, in qualche maniera, hanno bisogno gli uni degli altri, essendo complementari.
Entrambi con dei pregi spettacolari e dei difetti giganteschi.
Stranamente il calcio sembra mettere in evidenza tutto cio’: la Germania ha saputo programmare il vivaio ed e’ negli ultimi anni e’ sempre ai primi posti.
Ha creato una squadra fortissima che contiene al suo interno elementi perfettamente integrati di tutte le maggiori comunita’ di emigrati (polacchi, turchi, Iraniani). Gli italiani di seconda generazione preferiscono giocare nell’Italia, ma questa e’ un altra storia.

L’Italia non ha una seria programmazione giovanile, ma in qualche modo riesce sempre ad affrontare i tornei al massimo del suo potenziale (Lippi2 a parte). Son contento che Balotelli abbia contribuito al successo. Non male per uno che due anni fa, secondo la legge non era italiano (non sarebbe ora di smetterla con questa legge assurda e dare diritti ha chi e’ nato in Italia o chi vi paga le tasse da anni?).
Quando Italia-Germania si scontrano vengono sempre fuori delle bellissime partite. Lo sosterrei, anche se avessimo perso.
I tedeschi una volta, prima delle partite prendevano i giro gli italiani con accostamenti di dubbio gusto sulle copertine dei giornali. Li faceva impazzire la nostra opposta filosofia di vita, ma il calcio e' bello perche' non sempre chi merita, alla fine vince le partite.
Questa volta lo hanno fatto molto meno, segno che le sconfitte hanno insegnato  che il rispetto dell’avversario passa anche da queste cose.

Pensavo questo l’altra sera al pub, vedendo la partita indossando la mia maglietta azzurra vicino a un tavolo pieno di studenti con le maglie della nazionale tedesca.
Quando abbiamo vinto, nonostante avessi voluto esultare e fare gesti dell’ombrello a 360 gradi, ho coperto la maglietta con una felpa e sono uscito dal pub senza dire niente, rispettando la loro tristezza.
Tornando a casa pensavo che siamo due grandi popoli, con molte differenze e molti aspetti comuni. 
Scuola, assistenza medica e stato sociale sono parte di un nucleo di valori comuni che sono la base comune di molti stati d’Europa. Al contrario di altri posti come Inghilterra e USA dove trasporto, istruzione e spese mediche sono state privatizzate rendendole accessibili solo ai pochi ricchi che se lo possono permettere.
Trovo davvero offensivo che quelli che hanno messo l’Italia in questa situazione oggi facciano finta di niente parlando come se niente fosse di uscita dell’Euro e ostentando una volta di piu' ignoranza e razzismo. Esempi come: 123456 sono gli ultimi rigurgiti di un passato che verra’ spazzato via dalle nuove generazioni Europee, giovani di tutti i colori che credono negli stessi valori.

Scusate se ultimamente trascuro il blog ma ultimamente sono spesso fuori: ieri ero in Irlanda, domani in Scozia fino a mercoledi'. Appena decido che lavoro fare da grandi vi dico di piu' di tutti questi colloqui.

Tuesday 29 May 2012

2 Giugno 1946 - 2012

Due settimane fa ho fatto la locandina che ho messo al centro del post per il sito dell'ANPI di Londra.
La parte in alto a  sinistra rappresenta la parte "storica" col simbolo del CLN: il Comitato di Liberazione Nazionale.
Il CNL era una formazione interpartitica formata da movimenti di diversa estrazione culturale e ideologica, composta da rappresentanti di comunisti, democristiani, azionisti, liberali, socialisti  e demolaburisti.
Queste persone, seppure venissero da aree ideologiche differenti e sebbene avessero combattuto una lunga e sanguinosa Guerra di liberazione, non esitarono e mettere da parte le armi per permettere la creazione di uno stato democratico e di moderna concezione.
Il referendum Repubblica-monarchia, per esempio fu il primo a suffraggio universale cui anche le donne poterono votare.
In altri paesi come la Russia le donne potevano votare gia’ dal 1917 (potevano votare solo un partito, ma potevano votare), in altri paesi come la Svizzera il suffraggio universale arrivera’ nel 1971 (in alcuni cantoni solo nel 1991).
La vittoria della Repubblica fu il primo taglio netto col passato, creando la base per quello che siamo oggi, nel bene e nel male.
Per questo, nel volantino ho saldato la stella "vecchia"  del CLN con quella al centro dell'emblema della Repubblica "nuova".

Certo, nel nostro parlamento siedono ancora individui dalla morale a dir poco discutibile (1, 2 3, 4 etc.).
Guardando queste cose uno puo' pensare che la repubblica non sia il sistema migliore per governare un paese. Eppure a me piace pensare che chiunque nasce in una repubblica e' un cittadino che condivide diritti e doveri uguali per tutti i concittadini.
Non e' una cosa da poco: qua nella perfida Albione si sta avvicinando il giubileo per i 60 anni di regno dell'attuale monarca.
Non giudico la sua persona o il suo operato, ma credo fermamente che ci sia qualcosa di sbagliato che uno nasca in una famiglia regnante e non credo troppo in un sistema che prevede che nella camera alta del parlamento vi siano membri hanno ereditato il posto per antichi privilegi familiari  (per non parlare dei 709 membri che sono la’ per essere vescovi o nobili). Il tutto mentre il diritto all'istruzione e' crocifisso dalle tasse universitarie piu' alte d'Europa (9000 £ all'anno)....se questa e' uguaglianza.
Per cui, per quanto disastrata, voglio fare gli auguri alla nostra repubblica.  
Grazie per garantire le nostre liberta’, e l'uguaglianza per ricordarci cio' che abbiamo dovuto passare per essere cio’ che siamo.
Auguri di cuore che e’ l’organo giusto, mica come certe esibizioni di altri organi che si vedono nella sfilata delle forze armate.
A proposito, io non so a quanto servano queste raccolte firme, ma c'e' una petizione per destinare alle vittime del terremoto i circa 10 milioni di Euro necessari per la parata militare.
Io ho firmato qua.