Friday 29 September 2006

Ciao.

Sono ancora bloccato dagli scatoloni del trasloco.

Non ho tempo di riaggiornare il blog per cui vi rimando a questo vecchio post che ben descrive il momento:
clicca qui.

Ci risentiamo Lunedi' cosi' vi racconto se sono riuscito ad avere il visto per la mia nuova patria.

Sunday 24 September 2006

Pianti di donne, stridor di denti.

Bimbi che cercano madri scomparse fra le macerie di corpi abbandonati. Genti straniere per ogni dove, mura macchiate da un liquido rosso, scuro, denso.
Adoro le feste.

Aiuto il piccolo Brian (detto anche Brian Eno) a ritrovare la mamma. Cerco di levare un po’ di macchie di vino dai muri…..perche’ stavolta la festa e’ la mia: e' il mio leaving party, la mia festa d'addio <scongiuri>.

Lin mi da un braccialetto. Dice che mi portera’ fortuna. Viene da un tempio animista. C’e’ disegnata una coppia, simboleggia la fortuna/fertilita’. A me? Fertilita’ a me? Che me ne faccio? Poi ci sono due spirali. Rappresentano la vita. Ma spero rappresentino anche l’ anti-concezionale. Altrimenti immagino gia’ la scena con me che tento di dare la responsabilita’ di una fertilizzazione a dei vecchi trapassati Cinesi.
Non bisogna sottovalutare la cultura Cinese: che ha una saggezza antica. Per ulteriori informazioni, chiedete a Seb che, dopo avere fatto I complimenti per il sushi a Lin ne ha ottenuto un corso accelerato di cultura Cinese vs Giapponese.

Bollettino del Baccanale: 4 m2 di pizza, 8 torte, 37,5 l d birra, 13 di vino, 2,5 l di acqua (maledetti viziosi), altre bevande n.p.
La gente va via verso le 5.00. Alle nove di mattina Jean-Yves e Cuba vengono per aiutare il mio coinquilino a portare via I mobili. Sono buoni amici: si sono subito offerti di aiutarlo. Proprio questi sono I miei pensieri mentre mi alzo per aprire la porta in boxer (io, non la porta) e con 4 ore di sonno.
Io li odio I buoni amici di prima mattina: il vero amico e’ quello che ti inizia a parlare dopo la colazione e la colazione non va mai fatta prima di dieci ore di sonno.

Ora scrivo questo post circondato dagli scatoloni per il trasloco.
Non riesco a trovare 2 calzini dello stesso colore: alla fine mi accontento di una coppia blu-nero. Strani animali I calzini: nati per e’ stare insieme, fanno di tutto per non trovarsi.
Il frigo, l’ho quasi svuotato. In questo momento ho due uova e 8 rullini fotografici.
Fortuna che non ho tanta fame.
S’e’ fatto tardi: devo ridipingere la casa. E voi? Cosa fate ancora li’? Prendete, O AMICI (notare l’uso del vocativo in un tentativo di captatio benevolentiae/paraculatio non petita) il vostro rullo e date un mano, che la vita mica aspetta, e' questi periodi di transizioni vanno vissuti il piu' in fretta possibile.

Monday 18 September 2006

Inusitata Vetusta’ e altre storielle.

Precisazione: del bimbo/a di cui parlavo nel post precedente non ho altra responsabilita’ che l' esserne “zio”. Per il momento del concepimento ho un alibi inattaccabile.
La scorsa settimana sono stato ad una conferenza in Svizzera e nel mezzo della conferenza c’e’ stata un escursione su una montagna.
Alla partenza la guida dice che si possono raggiungere due localita’, la prima e’ facile, la seconda e’ solo per I piu’ giovani e atletici.
Ovviamente, io dichiaro vanaglorioso alla biondina che mi sta di fianco di volere guidare la presa della cima piu’ alta.
Non si finisce mai di imparare: le montagne Svizzere sono incredibilmente tutte in salita. I monti Siciliani,  vanno su, poi indugiano in altipiani, poi un po’ di su e giu’ per farti riprendere….sulle Alpi, invece, sempre salita.
Dopo avere scalato 5 tornanti mi appaiono nell’ordine Walter Veltroni, Capitan Futuro, nostra signora del Gatorade, la mia velina preferita e infine un montanaro autoctono che mi invita a combattere l’altitudine secondo l’antico metodo degli alpini: masticando foglie di coca (!!!) Al quinto tornante rinuncio a definirmi atletico, al sesto a riconoscermi fra i giovani, al settimo alla biondina, a prescindere.
Ho raggiunto il bar del rifugio e sorseggio grappa….la mia autostima mi raggiungera’ piu’ tardi con la seggiovia.
Un ulteriore segnale della mia senilita’ e' che mi alzo all’alba. Alle sei e mezza ammiro il sole che si specchia all’Aurora sul lago. A dire la verita’ questa magia non e’ proprio dovuta all’insonnia senile, ma a questa contribuisce il mio compagno di camera che, venendo da Melbourne, abituato al suo fuso orario, si alza all’alba e, saltando come un canguro mi risveglia.
Ammiro l’alba dieci secondi, penso che sono fortunato a vedere questo spettacolo della natura. Poi mi riaddormento.

L’albergo e’ un centro new age, ma il giardino zen mi stressa perche’ ci vorrei mettere I nani con gli occhi a mandorla. Il cammino per caricarsi di energia positiva lo faccio in senso inverso perche’ non ci credo (ma si sa che noi Scorpioni ascendente Scorpione diffidiamo di cio’ che non e’ scientificamente provato =)) ). La raggiunta veneranda eta' mi mette sotto pressione: capisco ora la frase che un saggio aveva scritto sulla tavolozza del gabinetto del liceo: "non scherzare. Ora hai il tuo futuro in mano".
Il ritorno richiederebbe un post a parte, magari il prossimo.
In aeroporto c'e' da aspettare due ore, compro quattro libri. Inizio a leggere Camilleri. Mi appassiono. Voglio silenzio. Decido di sedermi nel bel mezzo di un gruppo di sordi-muti sapendo che non mi disturberanno, infatti prima di raggiungere Berlino finisco il libro. Li osservo gesticolare e provo a indovinare I loro discorsi. Due formano una coppia tenera, sembrano felici, si guardano negli occhi e direi che si amano. A volte si puo' gridare amore anche senza emettere suono. A volte si puo' gesticolare a inutilmente, altre volte, infine, si puo' amare a vanvera.

Saturday 9 September 2006

L’uomo nasce Libero.

Vado a trovare degli amici, mi siedo su una cadrega  e guardiamo un dvd.
Sullo schermo un esserino viene fuori da una donna e, dilaneandone tessuti, ne guadagna l’uscita.
Chiedo se si tratti di “Alien 5”, mi rispondono che e' un documentario sul parto.

Parliamo di come sia l'aspettare un bambino. Lei, una mia amica, mi dice che vai incontro a continui picchi ormonali che cambiano l' umore. Penso che sia grandioso. Esempio: Tizio ti fa arrabbiare, lo stress fa aumentare l’adrenalina in circolo, dandoti la forza supplementare necessaria per ribaltargli la macchina.
Ma Lei mi dice che in realta’ non e’ proprio cosi’ ma qualcosa del tipo: Tizio ti chiede una cosa,
Lei non sa che rispodere e piange per mezz’ora.

Una volta appurato che la gravidanza non conferisce superpoteri ma solo grandi responsabilita’ (diversamente da cio’ che e’ vero per l’uomo ragno), parliamo di come sara’ bello crescere lo gnomo.
Ci mettiamo dissertare dell’educazione dello gnomo, a quali concerti ska portarlo, come inculcargli il culto di scat cat  (il gatto che suona la tromba ne “gli aristogatti”) e come tenersi lontano dalle donne profumiere tipo duchessa (la gatta aristocratica nel suddetto film), insegnarli le tecniche di seduzione per le bambine
e cose del genere. Io e T. parliamo felici: e’ chiaro che sappiamo come fare felice uno gnomo.
Ma
Lei dice: “e se e’ una bambina?”

Cala il silenzio. Potremo giocare con la pupa con le macchinine? Con i caschi blu e I pacifisti al sit-in (la versione moderna dei soldatini)?
Le potremo ugualmente comprare la maglia della Dynamo o farla venire con noi a giocare a calcio?
Come ci comporteremo coi bambini che proveranno a concupirla?
Lei dice di smetterla di pensare queste cose….allora io racconto la seguente storia.

Acrisio, re di Argo, seppe da un oracolo che sarebbe morto per mano di suo nipote. Quindi (giustamente, direi io) fece rinchiudere la figlia Danae in una camera di bronzo. Tuttavia, siccome il destino non puo’ essere eluso, Zeus (che a queste cose ci tiene) si sacrifico’ per fare avverare la profezia, entrò nella camera sotto forma di una pioggia d'oro fecondando Danae e permettendo la nascita di Perseo”.

S’e’ fatto tardi, saluto Lui, che sta cercando su Google la voce “infiltrazioni e sotto tetti”, mentre Lei, nella dagherroscopia o come cavolo si chiama la foto dello gnomo/a, cerca di intravedere la presenza di un timido pipino.
Con questo post mi unisco ai festeggiamenti per la nascita di Libero e mi congratulo coi genitori per il nuovo acquisto (vedi anche 1,2,34).

Monday 4 September 2006

Back to rot

Giochiamo a Scarabeo e guardiamo la tv.
Un tizio aristocratico dal doppio cognome (qualcosa tipo “Coibrogli Pigli, non ricordo bene”) fa dichiarazioni con faccia inespressiva. Scherziamo sul fatto che I nobili accumulino tare genetiche fecondandosi fra loro.
Mio fratello serio dice ”ho messo il nostro cgnome su google” mi concentro sul gioco: il mio avversario ha 1500 punti di vantaggio per avere composto le parole Pinelli (+ 500) e Zapatero (+ 1000).

E’ passato del tempo. Ora ho cercato il cognome su Google ed ho trovato su un sito straniero: “De Falloppis” famiglia di origine Milanese, segue titolo nobiliare e stemma con animali rampanti, piante, e altro, che ci manca solo una bella pin-up.
Io ho sempre immaginato per me, anche in virtu’ del mio apparire (fenotipo) mediterraneo, un antica origine ai tempi della Magna Grecia) o tutt’al piu’ arabo, ma certamente non Milanese. Niente di male, per carita’, ma non mi ci vedo proprio ad adorare il dio Po, si, insomma, a fare il Po-po’ boys.
Poi, notate la nemesi: uno che sta a parlare di liberta’ e uguaglianza ha origine da uno che nel medioevo praticava lo “jus primae noctis”. Il chiamarlo Jus indica un diritto “divino”, mentre quello “umano” si sarebbe chiamato “fas”, quivi trovo la traccia della genialita’ degli avi: le migliori ingiustizie e meglio compierle in conto terzi.
E ora? Cosa cambia? Direi niente, ma anche tanto, altrimenti perche’ I figli adottati si dannano tanto a cercare le proprie radici?
Ecco, ora che le conosco, verra’ piu’ difficile ttenermele dentro.
Ecco che arriva Alessio dall’Islanda. Mi chiede com’e’ andata giu’ in Sicilia.
Vorrei farne l’elogio delle meraviglie naturalistiche che ho visto (alcune rigogliose di natura, altre ancora, invece, in bikini).
Ma le mie radici si fanno senitre ed esclamo con grappica voce: “OSTREGHETA BOCIA CHE SGNAPA E CHE SBORNIE CHE AVEMO CIAPA'".

Tuesday 29 August 2006

VACCANZA Ovvero voglio vivere stravaccato come mi si confà.

A casa trovo la vespa Argo e i cugini Ettore ed Elena (in famiglia si fa in molti il classico) Vado in giro con Argo, è incredibile: raggiunti i 30 km/h si guida come un Jet. Non nel senso dalla velocità, ma nel senso che, le vibrazioni sono pari a quelle di un aereo che spera la barriera del suono.
Vado a trovare la mia vetusta nonnina. Mi dice che si sente stanca come una vecchia di 80 anni…immagino significhi che si senta bene….visto che lei, di anni ne ha 83.
Incontro un altro parente. E’ stato assunto all’ESA. Sono contento per lui (anche se mi chiedo cosa se ne faccia, l’Agenzia Spaziale Europea di un contadino).
Quando scopro che l’acronimo indica l’Ente Sviluppo Agricolo, i miei dubbi hanno una risposta.
Quest’anno abito dove passavo le vacanze da piccolo. Mi ricordo quando con mio cugino ci convincemmo di raggiungere il centro della terra scavando un pozzo (prima di conoscere gli scritti del Francese Julio Verne).
L’impresa, come potete immaginare, non andò a buon fine: venne troncata dalle sibilline-ermetiche parole di mio nonno: “ma proprio li’ dove avevo piantato le cipolle, dovevate scavare?”.
Il posto è come allora, ma non ci sono più tutte quelle piante tra cui giocare. Un giorno, dopo S. Lorenzo, con mio cugino (che era quello furbo, in famiglia) vi andammo alla ricerca di stelle cadute nei nostro campi.
Ora non ci sono più viti e forse i trattori han portato via anche le stelle che quel giorno non trovammo. Per fortuna i miei desideri non si sono avverati, per cui, non tutto è perduto.
Dalla veranda si vede il mare, il mio mare blu e il cielo azzurro e viceversa. E’ grande, infinito. Però quando ero piccolo, per non spaventarmi o perdermi nella sua grandezza. Pensavo vi fosse un muretto di mattoni rossi proprio li’ dove il cielo finisce e il mare incomincia….e il cielo qui è vicino. Forse perché l’umidità crea una lente che ingrandisce ela luna. Ma guardo le stelle e mi chiedo se anche Lei, in questo momento le stia guardando. Non dovrei pensare queste cose. Ma quando si è vicini alla perfezione è umano (o almeno tipico per me) pensare a ciò che manca, a quanto sarebbe meglio dividere la bellezza con qualcuno.
Un canto si alza. Sembra un Muezzin che richiami alla preghiera. Sembra di essere tornati indietro nel tempo, quando un Islam diverso produceva giardini, fontane e stanze dello scirocco dove ora la siccità (purtroppo non solo reale avanza).
La canzone triste continua, non capisco le parole e il ricordo torna una volta ancora all’AlhAmbra, l’opera umana più bella che finora abbia mai visto. Mentre penso tutte queste cose, viene mia madre, mi guarda pensieroso ed esclama: “la signora Lina, la nostra vicina, le piace ancora cantare le canzoni in dialetto”. Il sapere che la muezzin è la nostra vicina e che l’arabo sia il dialetto che non ho mai imparato rovina un po’ l’atmosfera. Anche le stelle alla cui luce mi beo, magari non esiston più, ma forse, a volte è meglio non sapere le risposte alle domande che non si son fatte.

Sunday 20 August 2006

Holy holidays-

 Tra qualche giorno andro’ in vacanza. Tuttavia, fear not, il blog continua con la frequenza usuale.
Anzi, per dimostrare che questo blog e’ avantissimo <suspence, effetti speciali, fuochi d’artificio, flap flap di Nazgül> eccovi il resoconto della vacanza prima ancora di partire.
Magia? No: questo pezzo l’ho scritto un anno fa, ma allora non avevo dove metterlo.
Siccome i luoghi sono gli stessi, eccovi il post su Falloppiolandia-summer version.
“Parte l’aereo, ritorno. Ritorno perche' ad essere incantati dal mondo ci si scorda le origini. Si dimentica che il cielo possa essere, nonostante tutto, cosi’ blu e che, sulla terra gialla, esistano templi possenti e antichi piu’ magici degli immensi grattacieli. Ancora una volta rimango affascinato dalla ricchezza che gli Arabi espressero nei mosaici a Monreale e nei dedali dai profumi antichi della Kalsa. Vedo i tramonti sulle saline di Trapani dove inoperosi mulini sembrano essere li' solo perche' il sole vi tramonti dietro quando non vuole dormire su scure montagne. E sono davanti a questo mare verde che abbraccia tutto.
I cibi, che finalmente mangio con la mia bocca e non attraverso le “mangiate” narrative di Montalbano. Le mie mani sono unte, sorrido e penso che tutto questo si accumulera’ dentro di me a lungo; la mia terra lascia un segno, anche sulla mia linea.
Torno a casa come un turista, mi stupisco di tutto. Ma non e’ la curiosita’ di chi passa. Provo a capire i percorsi non sempre semplici, della mia gente.
Mi emoziono per ogni filo d’erba che fiorisce dove un tempo era deserto, e sento un colpo al cuore a ogni ferita inferta a una terra che definisco mia perche’ fissata per sempre nei miei ricordi: “Come osano lasciare cadere la torre saracena della tonnara?
La stessa che in un angolo della mia mente e’ indistruttibile?”
Da li’ vicino ho imparato a tuffarmi, a buttarmi nel vuoto capendo che nel mare ci si puo’ annullare, cosi’ come nella vita, ma non per questo si deve temere di osare.
Vedo i turisti che danno soldi alla mia terra, ma non la comprano, la affittano per un po’: la mia terra sa essere anche un prostituta e a me, fa pensare  che per parcheggiare dove ho sempre vissuto debba pagare. Alla fine, questo viaggio dentro me, attraverso la mia terra, diventa un lusso di felicita' e tristezza.  La mia terra troppo piena di ricordi per potere essere dimenticata, troppo vuota di prospettive per essere considerata seriamente "casa".