Showing posts with label crescere. Show all posts
Showing posts with label crescere. Show all posts

Monday 7 June 2010

Giovinezza, tecniche seduzione e pirati.

Ho fatto questo sogno.
Dove in semifinale affrontavamo l’Argentina. L’Italia stava perdendo 1-0 e c’erano solo venti minuti per ricuperare, allora l’allenatore mi manda in campo ed io entro tra le ovazioni del pubblico festante.
La scorsa settimana ero alle Baleari per un addio al celibato. In inglese l’addio al celibato si dice “stag-party” ovvero festa del cervo.
All’inizio non capivo il perche’, poi invece si: immaginatevi un gruppo di 18 ragazzi di cui 9, piu’ giuovini sono in piena tempesta ormonale mentre gli altri 8 sono giuovini anziani che sentono ormai stringersi lo scorsoio del cappio della cravatta che mette fine alla giovinezza.

Poi ci sono io. Che ovviamente sono al di sopra delle parti:  tanto saggio, ormonalmente bilanciato e in pace con il mondo (chi mi conosce dice che vengo meglio nei post e nessuno dovrebbe mai conoscere dal vivo).
Ci prepariamo con cura, ci vestiamo eleganti e partiamo all’arrembaggio gonfi e tronfi di ormoni e speranze.  Una ciurma di pirati moderni. Anch’io mi sento un po’ un pirata (ed uun signore, ma professionista dell’amore non tanto).
Ci sediamo al ristorante, Ci prendono per una comitiva di omosessuali. Qualcuno propone di far fare un giro di chiglia al cameriere che ha fatto il commento. Propongo di presentarci come una squadra di calcio.

Causa ebrezza la proposta e’ accolta. Sono nominato manager della ciurma di un ubriaconi...certa gente ha tutte le fortune.
Andiamo a ballare a Palma di Mallorca in un posto che e’ piu’ o meno come io m’immagino l’inferno. Solo con musica peggiore (acid-house).
Questi sono i posti che odio: a che serve sapere le lingue se si va in posti in cui non si puo’ nemmeno chiacchierare? Io odio le discoteche. Ricambiato.
Uno dei ragazzi conosce delle Norvegesi in vacanze e decide di portarle a bere da qualche parte.

Tutte le speranze di concupiscenza molesta del resto del gruppo sono vane. L’effetto gruppo di leoni che circonda il branco di gazzelle le ha fatte fuggire tutte.
Probabilmente le gazzelle  seguono i documentari e conoscono tutte le tecniche di conquista delle prede. I giouvini conquistatori, invece, quando ci sono i documentari guardano le partite di Champions League e i risultati si vedono.

Ormai e’ arrivata l’alba e i locali chiudono. Ci buttano fuori.
Quando spengono i laser e la musica l’effetto e’ alienante.
Fuori, c’e’ l’alba, e un fornaio che prepara il pane e dolci. Gente seria, lavoratrice, mica come noi.
A proposito ritroviamo il nostro amico andato con le Norvegesi.
E’ ciucco-sbronzo. Ovviamente le ragazze Scandinave sono lucidissime e ce lo consegnano come un pacco recapitato all’indirizzo sbagliato.
E’ sempre bello notare che noi latini, in confronto con certe culture nordiche finiamo sempre col dare il peggio e accucchiare sonore figure di merda.
Poi, per fortuna, ad un certo punto si cresce tutti. Prima o poi anche noi italiani diventeremo adulti. Alcuni si scopriranno semplicemente vecchi saggi o vecchi bavosi, a seconda.

Allora nel sogno, io entravo negli ultimi minuti. Faccio il Grosso, nel senso del difensore laterale.
La squadra avversaria e; fortissima.
Gli attaccanti mi scappano piu’ volte e segnavano 5 goals.
Un tempo nei miei sogni li avrei fermati e avrermmo vinto la partita.
Poi pero’ sono cresciuto anche io. Perdendo un po’ dell’ingenua capacita’ di illudere che accompagna i giovani.

Wednesday 4 November 2009

All along the watchtower

Quando aprii la porta. Mi si presento’ una bellissima ragazza nera. Mi disse: “e’ dio che bussa alla tua porta”.
Io aspettavo un idraulico ma si sa che e’ piu’ facile trovare dio che un idraulico.
Feci entrare la dea (visto che cosi' s'era presentata).
Pensai, magari ora mi fa il miracolo; mi separa le terre dalle acque e risolviamo il problema della cucina allagata.
Inizio’ a parlare.
Aveva un bel sorriso. Ah il mio cuore vagabondo e avventuriero.
Vagabondo il cazzo- nella mia mente era apparsa la mia ragazza che con fare minaccioso aveva immediatamente trasformato il mio cuore vagabondo e avventuriero in un cuore stanziale da geometra del catasto.
Pero' avevo letto un suo messaggio per il mio compleanno, quella mattina.
Diceva: ”Passa una bellissima giornata(...)dedicala a tutte le cose che ti piacciono. Oggi e’ tutto per te”.
Il messaggio era chiaro.
Pray BOyAvrei potuto dedicarmi a tampinare i donnini. Ma dovevo sbrigarmi: avrei avuto solo 24 ore.
Io, materialista, illuminista e con cuore da geometra del catasto alle prese con le gomene e canapi a tirar su le vele dell'avventura.....insomma, nella confusione piu’ completa.
Annuivo. Ammiravo. Ecumenicamente comprendevo.
E la ragazza parlava. Il suo dio, i fratelli, le sue sorelle.
...io mi sarei anche accontentato di una cugina purche’ munita degli stessi occhi da antilope (cioe' tipo Bambi's eyes, ma piu' africani).
Continuava a parlare: ci teneva tanto a convincermi dell’esistenza di dio. Non c’era bisogno: una con il suo sorriso non poteva essere mica frutto del caso (que viva il creazionismo).
Lei parlava, parlava, parlava.
Non mi faceva parlare mai. Che tipetto. Nella mia fantasia avevamo gia’ litigato ma l’avevo perdonata e avevamo fatto pace quando si congedo’ lasciandomi una rivista.
Lessi il titolo.
The watchtower- la torre di guardia.
Attorno alla torre di guardia avevano discusso gia’ Robert Zimmerman e Jimi Hendrix.
Mi dissi: “Shomèr ma millailah?”.
Una parola antica che significa: “sentinella, a che punto e’ la notte? ma non e’ che a fuoria di stare tutti a parlare attorno alla torre di mantide-religiosaguardia, i buoi sono gia’ scappati”?

Mi sbrigai a finire le mie cose e ad uscire.
Che a parlare troppo di religione ci si perdeva a immaginare l’aldila' e ci si scordava di dovere vivere nell’aldiqua.
...la vita passava, ed io avevo un permesso di sole 24 ore per rendere il mio giorno degno di essere vissuto.
Uscii col chiaro intento di costruire il mio paradiso in terra.

Friday 30 October 2009

Allegro con brio, adagio e adelante Pedro

Allegro con brio
Finalmente sono libero.
Liberta’-penso e grido- come fossi un Bravehearth crocifisso.
A proposito di film guardo la mia videoteca.
Libero dal cellophane i dvd che avevo comprato con la mia ragazza, (io ne compravo sempre di belli pero’ poi alla sera, chissa’ com’e’, vedevamo sempre i suoi).
“4 matrimonio e un funerale”, “Orgoglio e Pregiudizio”.
Tutte cose su donnini e sposalizi.
Stai cercando di comunicarmi qualcosa- avevo chiesto.
Puo’ Darcy, m’aveva risposto. Poi aveva messo dentro il computer l’ennesimo film in costume con Keira Knight nella nebbiosa (ma mai abbastanza) campagna inglese.
Invece ora sono un uomo libero per un bel po’ di settimane.
Posso vedere i miei film e posso spaparanzarmi sul letto.
Voglio dormire come una stella marina: estendo i miei arti.
Estendo il mio universo che neanche Scorpio dei cavalieri dello zodiaco*
Invece per pulire casa non tendo un muscolo. Immobile. Inerte. Inerme. Come marmo, fermo.
Re del mio castello mi godo la mia pace: i nemici sono stati respinti e saro’ solo forse fino a Gennaio.
Mangio in maniera confusionaria, solo se avro’ fame; poi non avendo grossi carichi da lavare mettero’ nella lavatrice i colorati e i bianchi insieme salutando ogni cambio di colore come una benedizione del mio essere maschio libero.
* questo riferimento alto e’ garanzia di reimpossessamento delle mie facolta’ mentali. 

2 settimane dopo: adagio
Ho visto un film sulla resistenza Bielorussia durante la guerra.
Poi di notte ho sognato deserti freddi.
Il letto e’ troppo grande e freddo per attraversarlo (anche solo a livello onirico) armato solo di una giraffa di peluches.
Poi ho sognato bombe e trincee....certamente le schifezze che mi sono cucinato non aiutano.
Che poi io a cucinare sarei anche bravino. Ma non mi so cucinare bene.
Ma che gusto c’e’ se non puoi cucinare per la persona che ami?
Cerchio alla testa, stanchezza sento che potrei prendermi un influenza, in realta’ so che staro’ bene: non ha senso prendersi una malattia se non si ha nessuno accanto da tediare.
...o forse sono solo questi boxer, un tempo bianchi, che Che Guevara in lavatrice ha dipinto di rosa che affliggono la mia virilita’ destabilizzando il mio umore.

Adelante Pedro, con iujicio
Cavolo che complicato trovare l’equilibrio nei rapporti di coppia dei trentenni (31enni).
Gemma veniva con me all’asilo Paz di Vittorio Veneto aveva i capelli a caschetto ed un salopette blu come me.
Ricordo aveva un cucciolo di cane e il nostro problema piu’ grande, per i nostri 3 anni, era convincerlo a salire con noi sullo scivolo.
Crescere e’ una necessita’, le leggi della fisica si possono unificare ma la freccia del tempo e’ l’unica che non si puo’ invertire.
La freccia nel tempo che inesorabile indica sempre la stessa direzione: il culo di tutti noi che non vorremmo mai crescere.

Saturday 29 August 2009

Lavorare stanca, lavorare scanta.

Sono arrivato da 5 minuti nel mio nuovo posto di lavoro e mi hanno gia’ dato un pass ed una scrivania. Mi guardo intorno quando ecco arrivare un omino.
Mi dice: “faccio il
Voodoo” (o qualcosa del genere).
Dico di non avere con me una bambolina con le fattezze dei miei nemici naturali.

SI spiega meglio: mi dice che fa il
VDU Visual Display Unit assessment e mi presenta una poltrona con le ruote e un sacco di manopole.
Mi dice di stare seduto composto con la schiena dritta (ma chi lo manda, mia madre?), mi insegna a regolare la sedia con le sue otto funzioni e ad aggiustare il monitor dei computer che mi hanno dato.

Mentre se ne va io continuo a giocare con la pompa che, nella sedia gonfia il cuscino.


Ore dopo mi hanno dato un sacco di cose da leggere, molti sono documenti riservati.
Mi piace l’idea che abbia accesso a documenti riservati.
Dietro la scrivania ho una di quelle macchinette che distruggono i fogli. In realta’ io non ho nessun dato sensible, ma mi sono sempre piaciute quelle macchinette (anche se meno dei temperamatite automatici).
Allora ogni 5 minuti vado e distruggo un qualche foglio, per il piacere di farlo.
Mentre lo faccio assumo un area molto compita e riservata, smettessi di canticchiare motivetti di film di spionaggio, aggiustandomi la giacca,  credo di potere essere anche credibile.
Qua parlano tutti un po’ segretamente e per sigle.

Per esempio mi sono ritrovato in calendario un NPD meeting.
Ora, io a Dresda i meeting del NPD me li ricordo: camicie cachi, tese rasate e slogan contro gli stranieri e ricordo una poliziotta mi diceva di evitare di passare vicino al corteo con la mia brava sciarpetta rossa.
Poi sono andato in Svizzera ed ho visto che i neo-nazi dell’ NPD aveva fatto scuola: almeno nei manifesti.
Chiedo lumi al mio capo, dice che NPD sta per “new Product Development” ovvero "sviluppo di nuovi prodotti",  poi devo andare a parlare coi ricercatori dell'universita', infine tra qualche ora devo andare a parlare in videoconferenza con l’America.
Voi le dovete dire niente? Io non ho mai parlato ad una nazione cosi' grande.

- Mi devo traferire nella casetta nuova (questa qua). Non so quando mi attiveranno la connessione internet.
Voi comportatevi bene, nel frattempo. Ok?

Thursday 23 April 2009

Elucubrazioni che vertono principalmente sul mio birillo

Avete presente la sauna? Ci si trova circondati da donnine ignude e si sta tranquilli perche’ il corpo e’ impegnato a usare tutte le sue energie per sopravvivere a una temperatura di 90 gradi e a convincere la sabbia della clessidra a scendere piu’ velocemente.
Poi ci si butta tra la neve e infine ci si abbatte su una sdraio.
Solo in quel momento il corpo si rilassa e gode pensando: “sono sopravvissuto anche stavolta”.
Poi si fa un secondo ciclo di sauna per ricordargli che la vita e’ sofferenza.
Che amarezza: non trovate che sia una strana forma di piacere quella di stressare il corpo per provare la felicita’?

Nella Sicilia araba quando la natura ci portava la sabbia del deserto e la temperatura saliva a 40 gradi, le genti si rinchiudevano nelle cosidette “stanze dello scirocco” dove il vento era convogliato su canali d’acqua e raggiuneva le persone solo quando era diventata una brezza fresca e umida.
Anche oggi, il massimo dolore reale che un siciliano puo’ provare e’ quello di una scarpa allacciata un po’ stretta e gli sbalzi di temperatura maggiore li provo quando mi faccio la doccia.
Mangiamo bene, conosciamo e pratichiamo tutte le mollezze del bel vivere.

Eppure, nei paesi “sauni”, dove si gioca a sopravvivere, la vita e’ tutelata da ogni punto di vista.
Alle nostre latitudini di paesi “fauni”, si vive bene, grazie alla natura e alla famiglia mentre il vero problema e’ la sopravvivenza: e’ difficile parlare di un futuro che va oltre i sei mesi di un contratto a termine.

Sarebbe ora che le cose cominciassero a cambiare.
Ci vuole un segno del cambiamento: abbiamo da sempre le rose, sarebbe ora di avere anche il pane.
Da domani tutti quanti col birillo di fuori! ...e voi donne non inventate scuse per sottrarvi al cambiamento della societa'..

Ps- La mia solidarieta' ai venditori di Kebab milanesi (che citta' triste).

Wednesday 11 March 2009

Cose che scopro sulla via all' alberi pizzuti.

Io da piccolo passavo le mie giornate all’asilo PAZ.
Ho sempre pensato che quel luogo fosse intitolato alla pace.
Credevo che fosse a causa dell’educazione ricevuta li’ che mi sentissi  offeso dalle ingiustizie del mondo.
Ponderavo che, siccome l’educazione l’avevo ricevuta da piccolo, mi offendessero particolarmente le ingistizie piccole.

Ricordo per esempio quel palermitano che era stato punto da una medusa nella riserva dello zingaro.
Mentre rendeva partecipe la spiaggia, del fatto che il fato avesse chiesto la sua collaborazione e si apprestava a portare la medusa fuori dall’H20 le guardie forestali lo fermarono.
Ricordo il suo protestare contro le leggi della riserva naturale.
Ricordo la noncuranza della medusa che sgalleggiava livida gialla e viola con nonchalance.
Ricordo che non sapevo se parteggiare per lo cnidario o il panormita.
Alla fine l’uomo concluse con una frase molto teatrale: “ho capito che stamattina comanda chi si e’ svegliato prima, ed io mi sono alzato l’ultimo di tutti”.


Va aggiunto solamente che l’esistenzialista Palermitano e’ simile all’esistenzialista francese, ma senza quella ridicola coppola picciuolata e con una panza che segna il vero peso della sua esistenza vissuta.
Mi convinsi che nella tenzone, l’ingiustizia piu’ grossa l’avesse ricevuta l’uomo.

Se me lo ricordo ancora oggi, vuol dire che l’educazione all’asilo PAZ.
Mi ha segnato.

Solo che oggi ho scoperto che il mio asilo era intitolato ad Andrea Pazienza.
Disegnatore geniale, surreale, sognatore a colori psichedelici, morto troppo giovane.
E mi chiedo se, dopotutto sia davvero colpa mia, se sono cosi’.


Musica: Cristina Dona’, Sabato sera suona a Palermo.

Tuesday 20 January 2009

Storia della mia terza gamba (il bastone della mia vecchiaia).

Ognuno ha l’eta’ che si sente. Io, per esempio sono un anziano.
Sono anziano perche’ mi rendo conto che la gente e’ mutevole come certi virus. I ceppi virali mutano mentre migrano dall’oriente. Chi porta il contagio sono le anatre. Cinque anatre andavano a sud: forse una soltanto vedremo arrivare, ma quel suo volo certo vuole dire che bisognava volare, che bisognava volare, che bisognava volare...tutto sto casino, per farmi prendere l’influenza… certe cose mutano, solo noi anziani siamo coerentemente cagionevoli. Sono anziano perche’ ho sempre pensato che il calcio fosse una bella metafora della vita. Poi col passare del tempo, ho capito che la chiesa era la rappresentazione di certi arbitri. Poi Moggi e’ stato assunto in vaticano, e ultimamente lo si sta santificato. Sono anziano perche’ sono disilluso: non c’e’ piu’ religione, ne’ classe arbitrale.Sono anziano perche’ so che bisogna essere indulgenti nei confronti delle nuove generazioni.
Per esempio, quando un cugignomo piccolo piccolo mi disse che era un astronauta su Marte, non me la seniti di lasciarlo cosi’ indifeso ed esposto ai raggi cosmiche. Presi uno scatolo di pandoro, ritagliai un visore e gli infilai in testa il casco.
Il casco ora lo proteggeva abbastanza bene dalle radiazioni.
Ma quando ando’ a sbattere contro un pilastro di cemento, divenne subito chiaro che il casco nulla poteva contro questa dura vita e malelingue.
Io, in quanto anziano, lo sapevo, lui no.E poi noi anziani ci perdiamo facilmente, con lo sguardo, osservo la collina di fronte casa mia, le pale eoliche girane e dovreste sapere uanto mi compiaccio a vedere girare le pale altrui….le mie invece girano a  vedere procedere I lavori vicino a casa mia, perche’ saprei portarli avanti molto meglio.
Poi confondo le cose  come la beneamata e la benemerita e sono sicuro che prima o poi consegnero’ patente e libretto a Ibrahimovic. Comunque mi piace utilizzare un idioma vetusto o obsoleto (ed escludo che i giuovini sappiano che significhi "vetusto e obsoleto").Ho capito d’esser diventato anziano quando le candeline su una torta gelato divvennero tante che la torta si squaglio’ prima che potessi soffiarle.
Ad ogni modo di questi tempi di giuovanilismi e gente vecchia fuori che parla tanto di giovani, essere anziano dentro e’ un privilegio .
Inoltre e’ diritto fondamentale dell’ anziani essere asociali e potersi lamentare di tutto e di tutti senza contraddittorio.
…ed io ci tengo tanto, a sto giro, ad essere un anziano, fuori luogo e fuori tempo....come panni lasciati asciugare sul balcone, proprio quando si sta avvicinando un temporale.

Friday 28 November 2008

Next year peri peri.

Allora io c'ho sta maglietta color melanzana. Color viola melanzana, con delle righe orizzontali giallorosse.
Mi dicono che st'anno vada molto il viola e questo vuol dire che sono alla moda.
In realtà io sta maglietta pervinca ce l'ho da tanti anni, che non significa che precorrevo i tempi, perchè conto d'avercela anche fra qualche anno quando nessuno si ricorderà che per l'avvento 2008 ci si vestì tutti da quaresima.
Sta di fatto che a me questa maglietta melanzana a righe giallorosse mette allegria, allora, per andare a visitare una parente che stava male, in ospedale, mi misi quella maglietta.
Nel letto accanto c'era una donna minuscola e raggrinzita.
Ogni giorno er circodata da figuri neri raggrinziti e, di tanto in tanto bimbi-gnomi piagnoni.
Io pensavo a questa povera ottuagenaria che di tanto in tanto si svegliava dal torpore della malattia e si ritrovava circondata da neri tristi figuri o gnomi piangenti; personalmente mi sarei rifugiato nel torpore.
Chiesi in giro se sapevano chi fosse quella donna, mi dissero che era una monaca di clausura, per questo era assistita (controllata a vista?) da altri religiosi, mentre, essendo la prima volta che usciva dal convento, tutti i parenti la andavano a trovare e le raccontavano ciò che avevano fatto.
Sta cosa m'ha messo una tristezza: ognuno fa le sue scelte e sicuramente la mia mancanza di fede non mi fa capire la sua.
Quando mi sveglio, mi piace avere accanto le persone a cui voglio bene.
Svegliarmi in ambiente che è mio...vabbè al momento condivido la camera con mio fratello e la prima cosa che vedo è la maglia della Sampdoria sul muro di fronte (che forse pure a mio fratello piacciono le maglie a righe orizzontali).
Ma non è questo il punto del discorso, ciò che volevo dire è che...
...è che certi discorsi sono come certe vite, che poi ognuno vi trova il senso che vuole, e si è liberi di riempirli di termini e significati che più si preferisce...e alla fine rimangono solo le parole dette e le emozioni regalate.

Monday 25 August 2008

Fireflies in a Jar/ Lucciole inbarattolate

Cosi’ mi ritrovai a fare colazione all’alba, ad Amburgo, poco prima dei test per la selezione degli astronauti.
Si venne a sedere al mio tavolo un ingegnere spaziale che, per comodita’, chiameremo semplicemente “il male”.

Il male era sulla quarantina, capelli alla Big-jim e faccia da Orzoro.
Vestiva con una camicia dell’ESA con tanto di patches di missione, insomma la camicia diceva al mondo che lui era un esperto dell’ambiente. Il tutto corredato da un vestito elegante e delle scarpe costose.

Di fronte stavo io. Bambi's eyes, converse verdi come la speranza (ma anche l'Islam e la Padania), i pantaloni pieni di tasche pseudo-cartucciera comunicavano che la salvezza puo’ arrivarti da ogni dove.
...e la mia maglietta del Camerun?
Oh beh, quella ricordava ai campioni che non bisogna sottovalutare nessuno (Argentina 0 - Camerun 1).

Tra caffe’ e pane e marmellata, il "male" ci tenne a raccontarmi di essersi preparato duramente e di essere fisicamente in perfetta forma.
Anche mi ero preparato a questa selezione; peccato che durante l’ultima partita di calcio, il mio crociato
fosse partito alla volta di Gerusalemme e io ne aspettassi ancora il ritorno.
In questo round di selezione comunque, non sarebbero state giudicate le capacita’ fisiche, ma quelle psico-attitudinali.
In particolare si rischiedeve una buona memoria visiva ovviamente il "male" diceva di essersi allenato per ricordare tutto e tutti.
Io credo di avere una buona memoria visiva innata. In piu' l' allenavo andando nelle saune miste.

A questo punto il "male" si alzo' di scatto: era tempo d’andare, la sfida era lanciata.
Raccolsi la sfida, sguardo determinato, mi alzai di scatto. Mi versai addosso del caffe'.
Mi chiesi: "perche’ sono sempre cosi’ addormentato, la mattina presto?"
Mi risposi determinato (mentendo): "Sono cosi' in gamba che mi piace dare due ore di vantaggio al mondo".

Il "male" aveva gia’raggiunto il bus quando io ponderai la seguente: ieri notte, prima di dormire, mi sentivo felice. Pensavo che nelle prossime ore avrei potuto lavorare alla realizzazione di un sogno, sebbene non sapessi cosa avrei potuto trovarmi fra le mani.
Da piccolo avevo gia' provato quel tipo di felicita’.
Quella volta che, laggiu’ in Veneto, avevo scoperto le lucciole (gli insetti, non le donnine), le avevo raccolte in un barattolo e le tenevo sul comodino, nel buio della mia cameretta.
Non sapevo quanto grandi e luminose sarebbero diventate il giorno dopo, pero’ ero contento di averle accanto a me.
Mi addormentavo felice. Chissa se il "male", che sembra sapere calcolare tutto, ha mai dormito cosi’ bene.
Il giorno seguente le trovavo spente.

Non perdete il prossimo episodio sulle lucciole e Amburgo

Wednesday 23 July 2008

Gatti amari

A me serviva un appartamento e al mio amico qualcuno a cui lasciare il gatto.  
La soluzione piu’ logica accontento’ entrambi.
Solo mi mise una strana ansieta’ addosso, quella frase sull’occuparsi di un essere vivente per non fare errori sulla propria progenie in seguito.

Mi rincuoro’ pensare che non dovessi piu’ dimostrare niente a nessuno, essendomi occupato per ben 15 giorni del Tamagochi di mio cugino Ettore* in trasferta nella perfida Albione.
Il primo giorno il gatto lo trovai dietro la porta, una volta entrato in casa si strofino’ col corpo e con la coda sui miei pantaloni riempiendomeli di pelo. Fui comprensivo, non mi arrabbiai.
Il giorno dopo, mi svegliai con un peso sullo stomaco: il gatto che aveva pensato di venirsi a mettere sul letto in cui dormivo.
Gli spiegai la differenza tra uomo e gatto.

Per dimostrargli che non serbavo rancore, gli tirai la pallina per giocare. Lui se la fece rotolare addosso senza far niente e mi guardo’ con aria interrogativa.
Non c’era grossa differenza, come livello di interazione, da quando avevo un pesce di nome “Aldogiovanniegiacomo”.

Passai, il sabato, dopo una mattiniera partita di squash, leggendo degli articoli e compilando l’applications spaziali.
Il gatto stette sul sofa’ tutto il santo giorno, alzandosi di tanto in tanto solo per andare in bagno, mangiare o bere.
Pur avendo rispetto per l’otium, gli dissi di cercarsi un lavoro, un interesse, "una ragazza". Mi guardo' grasso e pigro ricordandomi che era stato deprivato della “joie de vivre” (castrato). Quegli ormoni, pero', non potevano essere gli unici motori della sua esistenza, non eri piu’ un teen agers, ti invitai a coltivare interessi, collezionare francobolli, fare qualunque cosa prevedesse un minimo di vita.
Ti addormentasti, facendomi capire perche’ il web e’ pieno di foto di gatti morti o dormienti.

Il giorno dopo ti lasciai la porta aperta, scendesti in giardino e prendesti familiarita’ col nuovo ambiente. Non era un granche’, ma rispetto a chi fa step  o spinning anziche’ passeggiare sul lungofiume, era gia' molto. Non correvi agile come un puma, eri dubbioso ad ogni passo, ma almeno mostravi una curiosita’ nuova. Dopo una settimana ti lasciai fare il passo successivo: aprii il cancello del giardino e ti dischiusi il mondo esterno.
Arrivasti sulla soglia della stradella. Ti osservavo dalla finestra, ti girasti quasi a chiedermi un permesso.
Ti salutai con la mano e ti invitai a proseguire nella tua scoperta del mondo, Verso l’infinito. Come Belka e Strelka o ancora piu’ in la’. All'improvviso, un lampo di vita, attraversasti di corsa.
Proprio quando attraversava la macchina del vicino.
Attenzione: per l’elaborazione di questo post non e’ stato danneggiato nessun animale (il kebab che sto mangiando viene da un montone consenziente).
* L'esserino, infine fini nei jeans di mio cugino e da li' in lavatrice. Il lavaggio attivo costantemente la funzione "fai la cacchina" portando all'estinzione dell'animaletto a causa di una specie di colera.

Saturday 5 July 2008

Il gatto del vicino è sempre più verde.

Descrivi il tuo profilo in maniera onesta in 750 caratteri. Così diceva l'annuncio di lavoro.
Ora, non è che la gente passi il tempo ad autocompilarsi il profilo, però parenti e amici servono a questo.
Chiedendo loro ho raccolto
un “orso, pignolo e disordinato, indiviadualista, pigro e indolente, discreto cuoco ma persona "grevia". E' bastato tradurre il tutto in inglese (ruotandolo di 180 gradi).
Chi ti vuole bene, e’ onesto con te.
Mio fratello, dopo una mangiata senza fine a base di frutti di mare, mi ha fatto notare che, quando la maglietta aderente aderisce piu’ alla tua pancia che ai tuoi pettorali, forse e’ il caso di cambiare dieta....o maglietta. Talvolta basterebbe perdere quei 5 kg, anche se sarebbe forse più semplice limitarsi a cambiare fratellino.
In questo spazio, mi piace ricordare che mio fratello e’ passato alla storia per avere inventato un cocktail a base di gin dal sapore così brutto, che è stato subito battezzato Noval-gin.

Lo scrivo qua, così potrà aggiungere malmostoso e vendicativo alla liste dei miei pregi.
Per fortuna ci è dato sfogarci con chi non si conosce.L’altro di’, per esempio ero con la macchina in una salita pervicace e incrociai una macchina che, in una strettoia, non mi diede la precedenza, costringendomi a mettere le ruote in salita, su una cunetta e fare una ripida ripartenza in salita.
Avevo abbassato il finestrino e attivato la parte del cervello dedita al ragionamento (che per questo viene soventemente utilizzata), della fantasia e del centro della parola, per esternare l'arzigogolato ricamo di simpatiche definizione del tracotante guidatore. .....quand’ecco che dall’altra macchina mi sento salutare col mio nome.
Mentre la mia favella si perdeva in un rumore simile a un borboritmo.
Sappiate che fa male maturare un offesa senza poi poterla rilasciare all’esterno.
L'effetto è simile al peperone fritto ripieno di cosa fritta, mangiata in un giorno di scirocco : un senso  di  pesantezza fisica e morale.
Detto questo smetto, prendo la bici e scendo a mare (una palla blu su una bici blu). Potevo continuare oltre, ma in fondo mi sembra che l'immagine della mia persona, sul blog sia migliore che dal vivo, pertanto, penso sia meglio non demolirla tutta in una volta.

Saturday 7 June 2008

Lentamente, ritorno ad avere le mie cose.

Nel senso che stanno arrivando gli scatoloni con i miei affetti, affettati e afflati. Ora devo solo trovare lo spazio dove riporle.


Nel frattempo qua mi si impedisce di fare qualsiasi cosa ne’ lavare i piatti, nessun combattimento per la lavatrice e meno che mai mi lasciano cucinare. Qui si titilla la mia pigrizia (che sia ben chiaro, non ha mai avuto bisogno di titillamenti).
Ho ripreso la bici. Con entusiasmo, ho pedalato felice sulla salita, ho frenato con gioia nella discesa, ho ripedalato con stizza sulla seconda salita....io, questa citta’ me la ricordavo piu’ pianeggiante.
Chiedo a un indigeno come si chiami la zona in cui mi trovo.
Mi risponde: “San Franciscu”. Denoto la certa coerenza toponomastica degli autoctoni, anche se la California è un'altra cosa.


Le mie coinquiline di Ginevra m’hanno regalato un peluches, di nome Sebastien, un cagnolino.
Appena uscito dalla valigia, hanno iniziato tutti a chiamarlo Tommy.
Avevo dimenticato che qua tutti i cani vengono chiamati cosi’.
Tommy V, (il peluches) e’ molto piu’ vivo di Tommy IV.
Ho incontrato anche dei gattini dei miei cugini. Si chiamano Tito e Domiziano. Sono i successori del gatto Nerone.
Insomma, qua le cose vanno avanti con la solita razionale pazzia devo ritrovare e ritagliarmi il mio spazio.
A proposito di spazio, a chi mi chiede quanto siano serie le mie intenzioni, lascio questa storia e una canzone, da cui dedurre la risposta.


“Giufà una notte, passando vicino ad un pozzo, vide la luna riflessa nell'acqua. Pensando che fosse caduta dentro decise di salvarla.
Prese un secchio, lo legò ad una corda e lo buttò nel pozzo.
Quando l'acqua fu ferma e vide la luna
riflessa nel secchio cominciò a tirare con tutta la sua forza. Il secchio, salendo rimase, però, impigliato nelle parete del pozzo. Allora Giufà si mise a tirare ancora con più forza e tirando, tirando spezzò la corda, finì a gambe all'aria e cadde a terra.
Alzando gli occhi verso l'alto, per cercare un appiglio per rialzarsi, vide nel cielo la luna.
La sua soddisfazione fu grande e disse a se stesso ad alta voce:
- Sono caduto per terra e  mi sono un po' ammaccato, ma, in compenso, ho salvato la luna dall'annegamento!


Tuesday 5 February 2008

Sehr Giftig

Come si sceglie un regalo per una persona a cui vuoi bene?
Mia madre rispose: “prendi cio’ che ti piacerebbe ricevere: il cuore non sbaglia mai”.
Mia madre non si mostro’ sopresa quando, a 35 anni ricevette il suo primo pallone di cuoio.
E’ chiaro che il concetto di bene assoluto e di bene materiale talvolta si sovrapongono, talvolta, invece rappresentano l’oggettivazione delle nostre passioni sull’altra persona.
Mmm adesso mi spiego cosa volevo dire:
Io, Alessio e e Laura venimmo mandati a comperare un regalo per Dana, che compiva un anno.
Dopo avere giocato per alcune ore coi giocattoli, talvolta dovendo cacciare i bambini che li stavano usando, ci accingemmo a compiere la nostra missione.
Alessio penso’ che il regalo perfetto fossero un set di forno, lavatrice, frigo etc. che l’avrebbero resa una perfetta massaia.
Laura insistette perche’ si comprasse il set di manette, pistola, arco etc. Io ero rimasto mezz’ora davanti al “galeone dei pirati” in superofferta.
Alla fine ci telefonarono e ci obbligarono a comprare un regalo adatto a una bambina di un anno con la scusa che bisognava evitare che Dana ingerisse il regalo.
Ma secondo voi, una gnoma puo’ ingerire il galeone dei pirati?
Tutto cio’ mi fa pensare sul valore delle cose.
Ho pochissime cose di valore, ma moltissime a cui do valore perche’ mi ricordano le persone che me le hanno regalate.Orma
Credo che gli oggetti valgano per quanto siano stati vissuti e quelli regalati, per quanto si sia voluto farli vivere dagli altri.
Il mese scorso volevo comperare un regalo per Sofia, la figlia di un mio collega. Vidi una composizione di aerei e mongolfiere in legno, da mettere sopra la culla.
Erano bellissimi. Nessuna bambina, crescendo con quelli aerei avrebbe potuto desiderare meno di volare, oltre confini e frontiere e diventare una persona al di sopra della media.
La negoziante si rifiuto’ di venderlmelo dicendo che era adatta a maschietti, mentre per le femminuccie c’era la stessa composizione con delle coccinelle.
Ora Sofia ha delle Cucujoidee che svolazzano sulla culla e non so cosa diventera’ in futuro.
Quando mi chiesero cosa avrei voluto a Natale.
Risposi: “la pace nel mondo”.
Forse non hanno ancora trovato abbastanza carta da regalo per incartarla. Pero’ devo dire che questo maglione non e’ poi cosi’ male.

Tuesday 18 December 2007

Storia di un ormone con due spalle cosi’.

-Ma ti ricordi i tempi in cui salivamo in montagna con gli scout?
Avremo avuto una decina di anni e, quando non montavamo tende nei letti di fiumi che erano secchi (fino al momento in cui veniva messo l’ultimo picchetto), cancellavamo pitture rupestri dalle grotte o costringevamo anziani donnini ad attraversare di fretta (perche’ era rosso per i pedoni), facevamo “la pignalorata” che consisteva nel bersagliare con pigne le guide che salivano lente con la strada a tornanti mentre noi (giuovini cavalieri) ci consideravamo abili arruolati nella guerra contro i principali nemici dei bambini di quell'eta': i draghi, i cattivi dei Gormiti e le donne.
-Eh si, ricordo ancora il suono delle pigne sul selciato.
Anni dopo, con qualche ormone in piu’ la guerra sarebbe stata irrimediabilmente perduta e la vendetta consumata.
-Sapevo allora che nella mia montagna c’era una zona detta detta la "piazzetta dell’amore" e me la immaginavo come una piazzetta a forma di cuori da dove vedere quello che si potrebbe definire “le doux coucher du soleil” (tramonto) tenendosi teneramente le mani.
Quando, anni dopo, mi persi con un gruppo di lupetti e, attraversando la golden street (o era goldon street) giungemmo in una piazzetta piena di fazzolettini, non mi stupii nemmeno troppo.
Sostiene il mio amico, che forse la vita si possa dividere in due fasi la preistoria: quando l’ometto non sapeva comunicare, disegnava sui muri e conduceva una vita semplice, ma felice.
...e la storia. In cui l’uomo comunica, ma non riesce a farsi comprendere e poi anche le storie piu’ belle finiscono, magari con una telefonata. Nel mezzo ci sono solo gli ormoni della puberta'.
Capisco che e’ ora di cambiare discorso.
- Ti ho mai raccontato di quella volta che ero a Brodway e di come riuscivo a comunicare con tutto il pubblico?
Il mio amico, spiazzato e incuriosito esce dai suoi pensieri pesi e mi chiede.
- Davvero hai recitato a Brodway?
- Chi ha mai detto che ho recitato?
Nell Off-Brodway a volte si puo’ fare la maschera: si indicano i posti agli spettatori e in cambio si puo' vedere gratis lo spettacolo.
Ride. Si de' distratto, qualunque cosa triste avesse pensato sembra lontana.
Forse l'uomo non e' fatto per pensare.
Non siamo insensibili, siamo distratti. Ma a volte la distrazione e' un vantaggio: ci rende piu' vicini alla felicita' preistorica (il che spiega perche' ci compiaciamo dopo certi ruttoni).
Ora volevo finire questo post svelandovi il segreto della vita.
Ma nella stanza accanto c'e' qualcuno che gioca con un pallone e mi tocca andare a prenderlo a calci (il pallone).

Saturday 10 November 2007

"Di uomini e donne", anzi no, "di ometti e donnole".


Da piccolo, quando m’annoiavo ma eravamo  in visita da qualcuno, i miei genitori mi davano il permesso di 
andare a dormire nella 127 rossa.

Io dormivo su quel pannello che si trova dietro il sedile posteriore, sopra il portabagagli.
Una volta, mi svegliai col cielo stellato che si muoveva vicinissimo sopra me.
Ricordo con esattezza che pensai di volere diventare un astronauta.
Lo sognai cosi’ forte che persi il peso, fuggii alla gravita’, e mi risvegliai nel mio letto senza memoria di avere camminato.
La prima volta che mi resi conto di essere cresciuto contro la mia volonta’, fu il giorno in cui sfondai il pannello finendo direttamente sui cocomeri, nel portabagagli.
Certi risvegli sono proprio tragici.

La seconda volta che divenni un ometto fu quando scoprii che i maschietti e le donnine sono diversi.
Guardo ora i bambini che giocano in giardino.
E’ strano pensare come per loro, in quel momento, non ci sia grossa differenza tra maschietti e femminuccie.
Tra cappottoni e berretti di lana anche io ho problemi da qua su a distinguerli, forse le ragazzine hanno i pon pon sul cappello, ma non ne sono sicuro.
Poi verso i 12 anni si viene colti da una tempesta ormonale, e da li’ in poi niente e’ piu’ chiaro come prima. Si inizia a correre dietro le ragazzine, ma si ha anche paura di prenderle perche’ non e’ che sia poi cosi’ chiaro cosa farne, una volta catturate.
Ricordo la confusione sul tema e discorsi di chi aveva ricevuto delle informazioni, le teorie piu' accreditate implicavano cicogne, brassicacee  o esapodi puntuti.
Fu alle medie che le donnine capirono qualcosa. Le ragazze con cui giocavamo a pallone da un giorno all’altro ci snobbarono.
Gemma che era la piu’ forte, il giorno del derby contro la 3A si presento' in gonna, non volle giocare e assistette alla partita esultando ad ogni goal del capitano della squadra avversaria, tre anni piu' grande di noi.
La sera, mentre nel gran consiglio dei maschi ci chiedevamo cosa fosse successo, Piero disse una frase epica: “se il tuo cavallo vuole correre lascialo correre, se e’ tuo tornera’”.
Forse fu il tramonto, il rumore di cavalli al galoppo sulle colline o l’intonazione, ma in molti vi credettero.
Ho incontrato Piero quest’estate, gestisce un agriturismo con maneggio, lo immagino controllare ogni sera quanti cavalli sono rientrati....forse non s’e’ ancora ripreso.
Invece, anni dopo arrivo’ anche per noi la tempesta ormonale.
Da un giorno all’altro, ci trovammo tra le mani una bacchetta magica per inseguire la luce delle nostre compagne stelle (vedi foto), per cercare l’acqua nel deserto arido dell’adolescenza, per addomesticare le cucciole e legarle per sempre ai nostri cuori.
...ed ovviamente ho scritto “bacchetta magica” perche’ sono un signore.

Sunday 22 July 2007

Sulle sponde del fiume piedra mi son seduto (ed ho aspettato il cadavere del mio nemico).

Colori pieni, frinir di cicale e caldo. Una moto rompe l’incanto correndo via. Non la guido io, io sto sotto l’ontano, guardo lontano: oltre il fiume i campi di grano accarezzati dal vento sembrano onde di mare.valdejeoux
Guardo il fiume. Pondero.

Un mio amico mi ha invitato per il suo compleanno, vuole tornare da Londra e ritrovare tutti gli amici che, da bravi Siciliani lavorano in mezzo mondo.
Fara’ 30 anni: la penultima volta che lo vidi portava la coppola, come un modello di D&G.
L’ultima volta che lo vidi portava la coppola contro l’ umidita’ alla pari di ogni altro un arzillo anzianotto.
Anzianotto? Ora che mi sovviene lui e’ nato solo un mese prima di me.
Sto diventando anziano anche io? Non ho ancora trovato un capello Bianco, pero’ ne ho trovati un po’ sul cuscino.
Ora guardo il fiume. L’acqua scroscia tra i ciottoli ed io penso a cio’ ch’ero e sono.
Sapete? da piccolo volevo farmi astronauta, oggi vorrei farmi veline. E se fossi cresciuto nella direzione sbagliata?
Da fanciullo avevo sentito dire: “"Siate sempre capaci di sentire nel più profondo di voi stessi ogni ingiustizia commessa contro chiunque in ogni parte del mondo”.
Ma in quel momento l’unica ingiustizia era che nei video game dell’Atari la francia di calcio era fortissima, mentre in realta’ era una pippa. Meno male che poi si cresce e si capisce, si riconoscono meglio i nemici e si impara ad  aspettarli: bello ‘sto fiume...pieno di pietre aguzze.
Ritorno a quando, da adolescente passavo ore ed ore in bagno (come tutti gli adolescenti): amo leggere in bagno e se un libro mi appassiona, non mi stacco facilmente.
Quando il mio regale padre mi vide andare co “i fratelli Karamazov” in bagno mi stoppo’ con la frase di Platone: “μεγα βιβλιον, μεγα κακον- Mega biblion – mega kakon”. Non lo lessi. Forse crescendo mi sono rimaste delle lacune.

Settembre per me sara’ un po’ incasinato: ho un bel po’ di impegni e non saro’ nemmeno in questo paese, pero’ forse riesco a tornare un paio di giorni.E’ il mio amico di sempre che fa 30 anni, devo tornare, ci vuole rispetto per gli anziani, (che poi saran le ultime oramai). 
La moto ha curvato dietro al mulino, in fondo alla valle, il rumore si perde l’ontano, le cicale riprendono il loro imperturbabile frinire non curanti del tempo, un ape bombisce, io mangio una mela.

Wednesday 18 April 2007

So it goes! (Cosi’ vanno le cose).

Usci’ dalla cucina. (...) Quindi si giro’ verso di me per farmi vedere quanto fosse furiosa. Aveva mormorato fra se e se, quello che mi disse fu un frammento di un piu’ lungo discorso.
“Voi eravate solamente dei bambini” disse.
“Cosa?” Disso io.
“Voi eravate sol dei bambini vestiti da soldati come i miei figli di sopra”.
Annuii che era vero. Eravamo solo vergini mandate in guerra, proprio alla fine della nostra infanzia.
“ma tu non lo scriverai in questa maniera, vero?”.
Non era una domanda. Era un accusa.
“I-io non lo so” balbettai.
“Beh lo so io” disse. “tu scriverai che eravate uomini anziche’ bambini e sara' portato sugli schermi da Frank Sinatra e John Wayne o qualcun altro di questi affascinanti, sporchi uomini che amano la guerra.
E la guerra sembrera’ una cosa bella. Cosi’ avremo ancora piu’ guerre. Che saranno combattute da bambini come quelli che dormono al piano di sopra”.
Ora capii. Era la guerra che l’aveva fatta arrabbiare. Non voleva che i suoi bambini o i bambini di nessun altro fossero uccisi in guerra. E pensava che le guerre fossero in parte incoraggiate da libri e film.
Alzai la mia mano destra e le feci questa promessa: “Mary” dissi, “non so nemmeno se questo mio libro verra’ mai finito. Credo di avere  gia’ scritto piu’ di 5000 pagine e di averle buttate tutte. Se mai lo finiro’, ti do la mia parola d’onore che non ci saranno parti per Frank Sinatra o John Wayne.
“Ti prometto che” dissi “si chiamera’ la crociata dei bambini”.
Lei mi ritorno amica.
Il dialogo che vi ho tradotto qua sopra (sperando di non avere violato nessuna legge) e’ una parte di “mattatoio numero 5 o la crociata dei bambini”.
Poi continua....l’autore viene rapito dagli alieni e portato nello spazio.
Perche’ viene preso proprio lui?- so it goes!
Viene fatto prigioniero e portato a Dresda dove assiste all’annientamento di una citta’ che, anche se non era una "citta’ aperta", aveva accolto 200.000 profughi.
La citta’ non aveva piu’ difese militari (portate a nord per la difesa di Berlino).
Erano stati fatti accordi per salvare citta’
decadenti e con un valore artistico e umano molto minore (Heidelberg) ma per Dresda non ci fu pieta’.
In una notte smisero di vivere 350.000 persone. – So it goes!
Gente che meritava di vivere mori’. Citta' che non meritavano di essere bombardate vennero distrutte. La guerra non seleziona.- So it goes!
Non so se c’e’ un senso nella vita, sicuramente non ce n’e’ nella guerra.
Perfino il tempo, l'unica costante che da una direzione al tutto si puo' ridiscutere: "chi non impara dai propri errori e' condannato a rivivere il passato". So it goes!
Volevo parlarvi di Vonnegut ma non e’ facile. Non so scrivere coccodrilli o spiegarvi qualcosa che mi piace senza che neppure io capisca il perche’.
L’ho riletto in questi giorni. L’ho capito ancora meno, m'e' piaciuto ancora di piu'.
Ho riscritto 5000 volte questo post e alesto e’ il risultato. So it goes!

Thursday 25 January 2007

Lupus (eritematoso) in fabula

E udii la voce della mia cuginetta dicente: “mi racconti una fiaba?
Rabbrividii: le fiabe sono un genere difficile: seguono regole precise, come gia’ avevano notato Propp e Tamas, quelle piu’ famose, poi, sono piene di donnine costrette ad aspettare qualche maschio α che cambi la loro vita. In quelle antiche, raccolte dal Pitre’, spesso arriva un riconoscimento dall’alto, il re o l’imperatore. Allora la comunita’ cambia opinione, non perche’ riconosca il valore (che c’era anche prima), ma piuttosto perche ora il protagonista e’ riconosciuto come VIP (indi ricattabile con foto compromettenti).
Non potevo tramandare queste idee: non volevo che la mia cuginetta potesse divenire una vanesia spettatrice da reality-fiaba.

Per prendere tempo. Le chiesi di iniziare il racconto, io lo avrei concluso. Lei comincio’:

-“C’era una volta un re, saputo di un avversa profezia, per amore rinchiuse la figlia in una torre da cui non poteva uscire....”
-“Ma il popolo col voto instauro’ la repubblica, la principessa venne liberata (quella gente non era supersiziosa), pote’ studiare e divenne un affermata ginecologa grazie alle proprie capacita’. Tutti vissero felici e contenti”.

-“La perfida matrigna costringeva Cenerentola ai lavori piu’ umili, lei sognava il principe ma il giorno del ballo apparve una fatina....”
-“Che in realta’ era un assistente sociale che tolse la custodia alla matrigna. Cenerentola scrisse un libro da cui venne tratto un film: “pretty woman” e tutti vissero felici e contenti, tranne la matrigna che venne condannata per maltrattamenti, il principe venne coinvolto in un inchiesta su favori sessuali e video poker”.

-“Cappuccetto rosso doveva portare le cibarie alla nonna, ma nel bosco c’era il lupo”.....che pero’ era una specie in via d’estinzione per fortuna gli ambientalisti vegliavano su di lui e ne tracciavano tutti gli spostamenti. La bimba arrivo’ senza problemi e il cacciatore venne arrestato”.

Poi continuani narrandole di quando il soldatino di stagno aveva abbandonato la giubba rossa, e, indossana la maglia di Tommasi era diventato un attivista pacifista, la piccola fiammiferaia aveva trovato, invece un alloggio popolare.
Quella sera, la piccola ebbe sogni confusi e inquieti, ma aveva imparato qualcosa.

I bambini devono vivere di fantasia, ma la fantasia non puo’ essere asservita al potere.
Mi da fastidio che “i popoli facciano la storia, ma siano i padroni a raccontarla”, ma vieppiu’ mi irrita che si distruggano le fiabe.
Dovremmo inventarne nuove. Orsu', che ognuno prenda una stella e si inizi a sognare oggi, e in questa vita, un paradiso in terra pieno di cose belle e colorate.

E ricordate le parole di Saffo:
" Un esercito di cavalieri, dicono alcuni,
altri di fanti, altri di navi,
sia sulla terra nera la cosa più bella:
io dico, ciò che si ama."

La principessa a me. Vi lascio il drago, i cavalieri e il galeone della playmobil.

Monday 22 January 2007

Oh Valentino vestito Valentino

Due anni fa si tornava da un concerto, se non sbaglio avevamo visto le Dresden Dolls.
Lo Starclub un secolo fa era un teatro di lusso, ma di quella ricchezza rimaneva solo un grande lampadario di cristallo, poi divenne cinema di propaganda, infine luogo per concerti.
Io ero li’, col solito gruppo di amici.
Avevamo appena salutato il gruppo dei Francesi che, come sempre, si sarebbero storditi di troppo fumo.

Il concerto era stato bello, l’Elba era tornato da poco nel suo letto ma noi non ne avevamo ancora voglia, il sole degli ultimi gio
rni aveva asciugato il fango e lasciato un prato verde, bello come quelli di calcio, solo piu’ perfetto.
Dio e’ il miglior giardiniere che esista e a noi piccolo omini sembro’ giusto decorare il suo giardino come dei nanetti (vedi foto presa dalla finestra del mio appartamento a DD).  Iniziammo a camminare su quel prato, a finire l’ultima bottiglia di vino mentre l’alba spuntava la’ dietro i castelli appollaiati sull'ansa del fiume. 

Poi, non si sa bene perche’ Hristio usci’ dalla sua macchina sempre piena di cose senza senso una magia, e, dopo due minuti, i maglioni erano a terra a delimitare porte immaginarie e correvo dietro ad un pallone.
Il cuore che batteva sembrava avere un ritmo felice perche’ segnare un goal agli amici, si sa, vale di piu’.

Due anni dopo, i piu’ grandi e ubertosi di quel gruppo avranno presto figli ed hanno smesso di andare ai concerti perche’ i locali sono pieni di fumo, i piu’ giovani continuano ad andarci ed io, nel mezzo, ho cambiato citta’ e sono ancora alla ricerca di un gruppo di persone con cui andare ai concerti.
....ma in fondo non siamo cambiati troppo.

L’altro giorno m’era tornato in mente questo ricordo e avevo deciso di vestirmi in maniera simile, sotto la giacca e la sciarpa rossa che porto sempre in inverno.
Venerdi’ sera, pero', il buttafuori di un pub disse che non potevo entrare vestito cosi’. Andandomene vedevo le persone dentro, apparivano stanche, con le cravatte slacciate, comunicavano opulenza ma non sembravano felici.
Il buttafuori aveva ragione, non ero vestito a tema:  io ero vestito di felicita' genuina.

Nel prossimo post si parla di fiabe se vi volete preparare ci consiglio gli scritti di Propp, del Pitre’, e le mille e una notte, altrimenti venite giovedi’ e provero’ a spiegarvi tutto nelle solite 400 parole.
Per chi e' rimasto a DD, guardate chi torna nei prossimi giorni: 1, 2, 3 (Toaster), 4,