Tuesday 16 April 2013

Il primo raggio di sole.

E' arrivata la primavera….e scusate se e' poco.
C'e' un certo giorno dell'anno in cui metti via la giacca e ti accorgi di non soffrire più' il freddo.
Allora chiudi gli occhi e senti il sole caldo sulla faccia e la luce che si vede anche con gli occhi chiusi.


Siccome ragiono per contrasti, nel sole ricordo la neve d'inverno, il freddo, l'umido delle case studentesche e dei vestiti che non si asciugano mai. Penso a certi serate Bohémienne, caotiche e strane, a volte tristi, come quella volta che avevamo messo in balcone le birre, la temperatura scese a meno 20 e le bottiglie iniziarono ad esplodere con la birra congelata.
Spettacolo terribile, ma che bello che era. Pensai che quando lo avrei raccontato ai miei nipoti, nessuno ci avrebbe creduto.


Anni prima appena arrivati a Dresda, non conoscevamo ancora l'inverno vero.
Ricordo che Laura aveva steso il maglione fuori per scoprirlo, dopo un poco completamente congelato. C'era una foto in cui lei sorride tenendo il maglione per una manica. Il maglione sta dritto, congelato.
Noi tutti ridiamo. Ingenuita', a volte mi manca.


Inverni prima agli scout, avrò' avuto 14 anni.
Avete presente quando di notte in tenda si sentono i rumori della foresta e degli animali (fra gli animali annovero alcuni dei miei compagni scout che emettevano petoversi selvaggi). Una notte, all'improvviso si fece silenzio. Un silenzio innaturale.
Aprimmo la tenda. La neve scendeva silenziosa. La neve i Sicilia ha qualcosa di innaturale.
Il paesaggio imbiancato dona  pace e serenità' a quei campi che erano arsi pochi mesi prima nell'inferno dello scirocco. Ho saputo che il bosco della Vaccheria non esiste più. Un piromane lo ha distrutto.


Avro' avuto 3-4 anni, avevo già' una sciarpa rossa e un montgomery blu scuro con i bottoni di legno e gli alamari di legno chiaro. Mio padre allora aveva 30 anni.
Facemmo un pupazzo di neve che era gigantesco (anni dopo capii che il pupazzo era normale, ero io che ero piccolo).
Mio padre rideva tanto. Creo il corpo', 2 ciottoli neri per occhi, sali' sopra e torno con un naso arancione in mano.
La sera salutai il pupazzo che avevamo battezzato "Ippolito Nevo".
Il giorno dopo tornai e trovai al suo posto, solo una carota.

Tutto questo ho pensato oggi. Pensieri felici ma anche tanto freddo.
Ogni eta' ha le sue storie ed ogni stagione ha il suo tempo.
Oggi non sono più' ingenuo. So molte cose. Non rimpiango il freddo. Mi godo il primo raggio di sole.

Sunday 7 April 2013

Canzone dalla fine del mondo

Quando da piccolo vidi per la prima volta il mare ricordo che rimasi stupido dalla sua grandezza (1). Mi affascinava quella grande distesa di blue che sembrava infinita, anche perche' si fondeva con l'azzurro del cielo.
Ecco il fatto che il punto di congiunzione tra mare e cielo non si vedesse mi porto' a pensare che alla fine del mare ci fosse un muretto di mattoni rossi.
Avevo pochi anni e allora non sapevo che la terra fosse uno sferoide oblato. Sapevo solo che dovevo mettere un limite a quel mare infinito per non perdermici (2).

Per la vacanze di Pasqua sono andato con alcuni amici in Cornovaglia.
Ho insistito tanto perche' si andasse in un posto chiamato "Land's end" ovvero "La fine della terra".
Il concetto di confine mi ha sempre affascinato.
Per gli antichi le colonne d'Ercole segnavano il confine.

Il mio quartiere si chiama Penylan. Pen-Y-Lan, in Gallese, significa, fine della terra.
Immagino parlassero della terra con "t" minuscola: non credo che pensassero che la terra finisse 15 minuti a piedi dal centro di Cardiff.

Quando iniziai il dottorato in biologia, ricordo la lezione del direttore che disse: "solo due confini sfidano ancora la conoscenza umana: il miscoscopico delle molecole cellulari" e "l'infinita' dell'universo".
Andai a letto contento. Sognai di pianeti sotto al microscopio e di embrioni nello spazio (3).
Gli esquimesi vivono in un paesaggio bianco, infinito, reiterato in maniera uguale a se stesso. Gli Esquimaux si orientano bene. Gli Inuit hanno infatti 7 punti cardinali: Nord, Sud
Ovest, Est, Su, Giu', dentro l'animo.
Stranamente ricordo un bel weekend soleggiato di qualche anno fa. I punti che aveva gli stessi punti cardinali esistenziali. In una stanza. (4).

Dalla fine del mondo si capisce bene il centro dell'universo. Prendete il papa dalla fine del mondo. Mi sembra che quest'uomo abbia gia' capito tutto di Roma.
Quando ha detto che non andava nell'apparmento papale: ho letto un sottotesto che diceva: "mica voglio finire come Albino Luciani".

Abbiamo visto la Cornovaglia e, dopo 3 giorni siamo arrivati a Land's end. Curiosi di sapere cosa ci fosse alla fine del mondo (5).
Abbiamo pagato 5 £ di parcheggio (piu' esoso che a Finisterre). Abbiamo attraversato l'arco di ingresso.
Tra di noi c'era chi sperava di trovarci qualche cosa di religiosamente valido, chi sperava nel nero cosmico, a me l'idea del muretto di mattoni rossi, nonostante tutto piaceva.
Un altro passo ci avrebbe fatto vedere cosa ci fosse al confine Ovest della civilizzazione Europea.

Giusto simbolo della fine della nostra civilta'.

Le foto, a sto giro, le ho fatte io.

1- Virginiana Miller: Tutti al Mare
2- Fracenco Guccini: Canzone della Bambina Portoghese 
3- Dente: Sogno
4- Baustelle: Io e te nell'appartamento
5- Devotchka: How it ends