Sunday 28 February 2010

Due o tre cose ch’io so sul rugby.

Qui in Galles il rugby e’ lo sport “nazionale”.
Del rugby sapevo solo poche cose: che se il calcio e’ uno sport violento il rugby e’ invece lo sport dell’amore (infatti in campo si sprecano gli abbracci).

Ricordo pure una conversazione con un mio amico fiorentino appassionato di rugby che  ad una cena spiegava che i piu’ forti erano i neozelandesi, che prima di ogni partita esprimevano cio’ che avevano dentro facendo la Haka.
I fiorentini aspirano la “C” come in lingua inglese si aspira la "H".
Li' per li' non mi sembro’ una grande cose: anche io, se devo participare ad una partita mi assicuro di andare in bagno per tempo.
Rimasi piu’ sorpreso quando disse che facevano la Haka in campo abbassando il busto allargando le gambe, tutti insieme, abbracciati e senza carta igienica (foto).
Da quando sono qua, gli indigeni mi hanno spiegato altre cose: il rugby si gioca in 15, e’ un gioco di contrasto e organizzazione/strategia.
Ogni squadra ha un tipo di gioco preferenziale (gli Inglesi hanno come arma l’alabarda spaziale, i Gallesi, i pugni  perforanti, noi il minacciosissimo carettino).

Il carrettino detto Maul (come il cattivo di guerre stellari), credevo consistesse nel mettere un chiosco di gelati semovente in campo, sperando che l’avversario si distraesse, invece e’ un altra cosa che e’ spiegata qua, pero’ ancora non l'ho capita bene bene.

Due settimane fa andando in centro citta’ per Galles-Scozia era pieno di Scozzesi, coi loro caratteristici gonnellini plissettati.
C’era un atmosfera molto allegra (nonostante la Scozia avesse perso, subendo ben 17 punti negli ultimi 10 minuti).
La gioia era stata tanta che il giorno dopo la polizia ha fermato uno dei giocatori del Galles che, ubriaco, era entrato in autostrata guidando un auto elettrica presa dal campo di golf dell’albergo.
A me l’idea di questo omone rubizzo che accelera al massimo (20 km/h) in autostrada alle 6 del mattino per fuggire alla polizia mi mette di buon umore.
Peccato che sia stato radiato dalla squadra (qui chi rappresenta il paese deve essere serio, a tutti i livelli, mica come certi nostri politici da barzellette: su certe cose non si scherza).
I tifosi Scozzesi in centro erano allegri nonostante la sconfitta ed ho capito che il pubblico del rugby e’ pacifico, colorito e molto pittoresco.
Questo fine settimana c’era Galles-Francia.
Non sono andato in centro: non sono ancora pronto per non vedere migliaia di tifosi col cappellino esistenzialista, le baguette sotto le ascelle e la torre Eiffel sullo sfondo.

Ho visto invece il Galles galleggiare e poi perdere 20-26 in un pub qua vicino .
La partita di rugby m’e’ piaciuta. Ancora di piu' l'atmosfera.
Vedro’ di prendere dei biglietti per Galles-Italia.
Devo solo imparare l’inno nazionale Hen Wlad Fy Nhadau (terra dei nostri padri) e trasformare il mio vestito da pancake gigante in una pizza.

Friday 19 February 2010

Ogni paese ha la festa che si merita

Nel Regno Unito S.Valentino non e' solo la festa degli innamorati, ma di tutta la gente che si vuole bene.
La confusione nasce probabilmente dal fatto che loro usino il verbo "to love" declinato in tutte le forme affettive dal "ti voglio bene" all'Ammore con la "A" Maiuscola (anche se poi la "A" era anche la lettera di Adulterabottana ne "la lettera scarlatta").


Quando uno non sa cosa fare per regalo deve pensare alla regola d'oro "fai agli altri cio' che vorresti fosse fatto a te."
Solo seguendo questa regola posso infatti spiegare perche' abbia regalato per la festa della mamma palloni da calcio, videocassette di
piedone e "Guerrilla" di Che Guevara.
In realta' la mia mamma m'ha confermato che quel libro e' un testo sacro della didattica italiana (la mia mamma applica il metodo Montessori (che recita "colpirne uno/a per educarne cento").
Seguendo la regola d'oro quest'anno, per la notte di S.Valentino io e mio fratello ci siamo ritrovati al concerto dei Bad Manners.
Ci siamo divertiti in media abbastanza.

Invece qui non c'e' il carnevale, non di questi tempi, almeno.
Ho chiesto e mi hanno detto che avevano una festa simile: il pancake day.
Un intero giorno dedicato ai pancakes (i cugini delle crepes e delle frittelle).
M'han detto che era proprio simile al Carnevale.

Poi qualche giorno dopo hanno aggiunto che infatti affonda la sue radice nella tradizione antica (quando ancora su quest'isola c'era ancora la Quaresima) e l'ultimo giorno prima del periodo  di digiuno quaresimale si prendevano tutte le cose zuccherate e si faceva festa.
Pero' questo me l'hanno spiegato dopo.
Io intanto ero arrivato al lavoro vestito da Pancake.

Nella seconda foto: una ricetta di Bigazzi: frittelle di gatto...gnam

Friday 12 February 2010

Me misero, me tapino: tra capo e collo m'e' arrivata la felicita'.

Non e' che ho dimenticato il blog.
Peggio....mi sono accidentalmente accorto di essere felice.
C'e' poco da scrivere se tutto va bene e non posso lamentarm o rinfacciare (che sono i miei passatempi preferiti).
La felicita' uccide anche i migliori scrittori, figurarsi quelli mediocri.

E' stato terribile: tutto e' iniziato una settimana fa: ero in Scozia per una conferenza e nell'albergo che era un castello, anziche' la cameretta standard, m'hanno dato la suite nella torre. Una stanza superaccessoriata con financo un fantasma di un re morto incluso.
La settimana e' continuata cosi': sono andato a ritirare la mia ragazza a Bristol e l'ho portata nel nostro nido (che detta cosi' sembra una cosa romantica, invece io chiamo nido il mio appartamento perche' e' pieno di spifferi).
Per finire la bellissima notizia che il mio regale fratello mi viene a trovare in visita ufficiale.


Io mi ricordo che una volta da piccolo ero in bici, scendevo una collina su un sentiero che seguiva il percorso del Meschio.
Mi sentivo felice e stavo nel sole con la bocca aperta e canticchiavo.
Finche' non finii per mangiarmi una mosca che era venuta a svolazzare sulla mia strada.....puah.
Ora sono contento, senza schiamazzi.
Una felicita' interiore.....dovreste davvero vederla, come ride la mia milza.