Wednesday 29 October 2008

Di verde, di blu, di sale di piu’, di bei reazionari in braghe di tela, di microrivoluzioniari in sacco sacchi di pelo.

Saluto Dresda all’alba. Le luci sono fredde, il cielo e’ freddo e neache io mi sento tanto caldo.
Quando l’aereo arriva puntuale su in Sicilia e’ quasi ora di pranzo. Sara’ anche per questo che tutti applaudono il pilota con tanto entusiasmo, pregustando le cibarie.
La Sicilia in questo periodo e’ verde, il mare e’ di un blu tersissimo e il cielo e’ azzurro.
Erano 6 anni che non la vedevo nel mio mese preferito. Facevo male.
Certo, gli insediamenti umani rivelano facilmente la poverta’ di questa terra che, dai tempi di Verre, e’ governata da amministratori esperi di leggi “ad personam”.
Vedo anche I primi segni della crisi: la gente taglia le spese sui beni “non necessari”.
E’ chiaro che la stagione teatrale prevede che si tiri la cinghia: titoli come “tre personagi in cerca d’autore” o “uno, nessuno, qualcheduno” fanno capire che la rassegna pirandelliana degli autoconi non prevedera’ sfarzose compagini di comparse, nelle scene di massa.
A pranzo la mia mamma, ha fatto degli eseprimenti. Una nuova versione della “pasta col forno”. Io mangio in silenzio, ma non mi piace per niente.
Poi arrivano delle tristi polpette, anch’esse in una nuova versione, con una differente mescola che comprende patate. La mia mamma dice che le ricette le ha ricevute da una sua nuova collega.
Allora qua mi inalbero.
Mi alzo e dico che bisogna tornare al passato: basta con queste interazioni tra classe docente: ognuno la sua classe, basta sperimentare sui noi giovani, maestra unica che, come dicono gli anziani,  ognuno si faccia lu so filaro (che ognuno vendemmi il suo filare di viti) ovvero si occupi della sua classe.
Uffa. Basta con quese ingerenze straniere (la collega e’ panormita).
Mentre sto per invocare la difesa dei sacri confini patrii, poco prima di ritirare il premio “conservatore dell’anno”, ricevo una chiamata, prendo la moto e scappo via.

Mi chiama mia zia, dice che ai cuginetti Ettore ed Elena possono servire in fretta due sacchi a pelo per occupare il liceo classico.

Le foto le ho fatte io...vi assicuro che nella seconda l'effetto è stato fortemente voluto per rappresentare la transitorietà della fanciullezza (anche se io, avendo solo 30 anni e mezzo, non posso chiamarmi ancora del tutto fuori).

10 comments:

yetbutaname said...

non ci credo che tua mamma fa le polpette con le patate. non ci credo e basta

e in nome dell'odio che ho nutrito per verre, odio radicato nella prosa che cicerone gli ha dedicato, occuperei anch'io la scuola dei tuoi cugini

emmezzo abbondanti, dilla tutta

ciao

dizaon said...

ma che scrivi? voglio leggere delle cose fritte ! :-) (e il sole graviterà sempre intorno alla terra...)

a2punti said...

mi capita spesso di trovare qualche dettaglio nei post che prende il sopravvento e, lasciando la mente già soddisfatta, non mi consente di prestare al resto molta attenzione... oggi è toccato a quel delizioso: 'su in sicilia';

a..

MmeLeSpectacle said...

occupiamo le cucine: le polpette con le patate sono anticostituzionali!

utente anonimo said...

un bellissimo trentenne e mezzo!

Almeno fino ad Halloween.

gattarandagia said...

ehi ...

trentenne e mezzo de che?

tanti auguri, VECCHIO mio! ;-)

yetbutaname said...

che il tempo passi senza far danno

caro falloppio, buon compleanno

auguri auguri auguri

utente anonimo said...

JOYEUX ANNIVERSAIRE!!!


Because french can also bring good news, sometimes;-)...

Btw., I'm not even sure I still have a valid email address from you. Can you do something about that:-)?

Cheers,


Vinciane

MmeLeSpectacle said...

sono sempre felice di festeggiare le persone più vecchie di me, anche se più vecchie di pochi giorni.

canguri vivissimi (morti credo facciano senso) e un bacione

CloseTheDoor said...

“tre personagi in cerca d’autore” o “uno, nessuno, qualcheduno”



LOOOOOOOOOOOOOOOOL