Saturday 27 October 2007

La Ballerina


Cervello, parte destra contro parte sinistra.
Con che orientamento vedete girare la ballerina?

Confrontatevi con qualcuno che avete accanto: e' incredibile come ognuno la veda in una maniera diversa.
io personalmente la vedo girare quasi sempre in senso orario, pero' a volte cambi

Se in senso orario, allora usate di piu' la parte destra del cervello, altrimenti  viceversa.
Altri dettagli sul sito dell' "Herald Sun".

Sunday 21 October 2007

Sul Diesel come modello di vita (parti lento, vai lontano).

Buio, sveglia livida. Sono le 6.00, "Amy la cigliona" canta a suo modo, d’amore.
E’ troppo presto. Mi guardo attorno. La mia camera sembra un campo di battaglia e, ad occhio e croce non credo proprio si sia vinto. Torno a dormire.

Buio, sveglia astiosa. Sono le 7.00, si canta di "Minnie l’impicciona".
Ancora troppo sonno. In Sicilia si dice che alcune persone sono impastate (molecolarmente) col sonno. Penso che  “Siamo fatti anche noi della materia di cui son fatti i sogni; e nello spazio e nel tempo d'un sogno è racchiusa la nostra breve vita.” Poi dormo.
Buio, sveglia imperiosa. Va bene. Nina Simone, mi alzo.
Caffe’ forte, latte caldo, biscotti ovattati(?). Voglio dormire. Ho perso tutti i treni, mi tocchera’ andare in moto.

La radio dice che fuori soffia la “bise noir”.
Ho visto lo scirocco portare sabbia, tingere il cielo di rosso, depositarla su tutto facendola diventare una citta’ vuota e desertica.
Da piccolo, giu’ al nord, un giorno soffiava la bora, io mi stringevo nel montgomery a fantasia scozzese e tenevo forte la mano a mia madre perche’ avevo paura di volare via.
Che sara’ mai un vento che ha un nome che sembra un profumo?
Prendo la giacca nera da moto, mi avvolgo nella sciarpetta rossa e via, incontro a la bise noir.

La giornata e luminosa, ma mi basta fare pochi metri: giunto al palazzo della League of Nations per capire un laghetto vicino Gstaadche si tratta di uno di quei venti subdoli che si caricano di freddo sulle Alpi, di umidita’ sul lago, entrano nei pantaloni e risalgono fino a congelarti i gioielli, insomma uno di quei venti congela-marroni (in francese, Marron glace’, appunto) (foto in alto a Sx).
Ecco ora ho freddo, oltre che al sonno.
Quando Silvia mi invito’ al meeting mi fece un offerta che non potevo rifiutare: avevano preso un sacco di soldi da sponsors e, pur andando in un hotel di lusso rischiavano di dovere ridarli indietro.
Scorrendo la lista dei mecenati vi trovai quelle aziende che fanno un sacco di belle cose ma di cui non diro' niente perche' hanno degli avvocati cattivissimi e perfino una simpatica azienda di biotecnologie che anni fa apparteneva al Vaticano.
Decisamente non si potevano tornare indietro ‘sti soldi. M’immolo: mi tocchera' dormire come una stella marina su un lettone matrimoniale solo per me....peccato non potere mettere a carico loro anche il Minibar.

Arrivo. Il meeting e’ iniziato. Entro in punta di piedi e mi siedo lentamente in ultima fila sperando che non si noti il mio arrivo in ritardo. Levo la giacca. La giacca da motociclista si chiudono con la cerniera, bottoni e il  velcro (rumosissimo). Ora tutti mi guardano. Quasi quasi mi rimetto il casco.
Il giorno dopo scendo dalle Alpi con la moto.Alpi
La strada scende tortuosa e nelle zone d’ombra c’e’ del ghiaccio.
Devo stare molto attento, guardare solo la strada: un errore sarebbe fatale.
Pero’ attorno ci son dei colori troppo belli e non solo i boschi selvaggi perfino quelle viti coltivate su pareti verticali hanno il loro fascino.
Cosa faccio? Mi concentro sulla strada e mi perdo i colori attorno?
Vivere non e’ solamente assicurarsi di potere andare avanti incuranti del resto. Ma e’ ugugalmente sbagliato fermarsi per ammirare cio’ che abbiamo attorno, senza andare avanti.
Sarebbe bello riuscire a fare entrambe le cose e, se penso a me stesso ora, mi sto muovendo in una direzione, prendendo sempre piu’ coscienza delle cose che mi circondano.

La coscienza di cio' mi fece accennare un sorriso e notai una luce (interiore?) riflettersi sul casco cromato.
Giorni dopo, arrivo’ una foto e un bollettino per il pagamento di una multa.
Nella foto il sorriso si vedeva ancora abbastanza chiaramente.

Thursday 11 October 2007

There is a light that never goes out

Santiago (quindi io non c’entro niente) amava recitare in teatro.
S’era unito alla compagnia teatrale in lingua inglese della citta’, nonostante il perfidalbionico non fosse la sua lingua madre.
Aveva seguito tuto il cursus honorum degli attori emigranti: pescatore norvegese, giardiniere inglese, notabile ruteno (ma decaduto) in varie commedie.
Nelle tragedie, invece, aveva un incurabile tendenza a morire prima del terzo atto.
Una volte ebbe perfino il dubbio che il pubblico segretamente approvasse e apprezzasse la sua morte.
Santiago si rendeva conto che il suo inglese non era abbastanza elegante.
Una volta il regista gli aveva detto che pronunciava l’Inglese con un accentuazione molto meridionale.
Mentre si allontanava chiedendosi se davvero nell’ estremo sud dell'Inghilterra, in posti come l’ East Sussex,  parlassero come lui, senti’ le voci degli altri che ora parlavano di Malta.

Nonostante ci fossero molti pretendenti al ruolo principale, che da copione doveva baciare la bionda e ubertosa co-protagonista.
Santiago avrebbe voluto tanto partecipare anche alla coreografica scena del duello.
Si ricordava di quando, dopo essersi vestito per anni da cosacco o soldato dell’armata rossa aveva potuto scegliere ed era diventato Zorro.
Il piccolo Santiago allora gia’ sapeva che ne uccide piu’ la penna della spada, ma cio’ nonostante si procuro’ di far strage di fatine e principi turchini degni di solo di andare in tv, melanconici Pierrot emo e maghi antirazionalisti.

Quel giorno c’erano state le audizioni.
Santiago aveva recitato bene e aveva messo un dubbio nel regista che non aveva saputo dire, alla fine, chi avrebbe ottenere l’agognato ruolo di attore principale.
Poi al pub, a bere, ridere e scherzare;  come sempre.
Il regista disse a Santiago: devi lavorare di piu’sul diaframma.
Santiago rispose: “Eppure pensavo che esistessero metodi contraccettivi piu’ efficaci”.

Tra le risate generali, il regista lancio’ un occhiata all’aiuto regista.
Santiago si senti’ osservato e capi’ che anche questa volta non sarebbe riuscito a sopravvivere al terzo atto.
Il regista sorrise perfidamente.
Erano passate delle ore e mentre Santiago stava tornando in teatro a prendere la tracolla col suo computer.
Egli si chiedeva se il regista era serio quando diceva che un attore avrebbe potuto ricevere una coltellata del primo atto e morire dissanguato lentamente solo nel terzo atto mentre la vicenda si dipanava innanzi a lui senza che nessuno lo soccorresse (metafora dell’incomunicazione).

Forse per il troppo alcool si scopri’ a pensare che i teatri sono luoghi magici: non sanno stare zitti nemmeno quando sono bui e vuoti. Hanno visto cosi’ tanta vita che semplicemente non riescono a  dormire e non pote’ fare a meno di accennare un inchino al pubblico, una volta guadagnato il centro della scena.
Proprio in quel momento una luce bianca lo investi’.
<continua...forse>

Sunday 7 October 2007

Non so se tutti hanno capito Ottobre la tua grande bellezza.

Cielo. LagoL’altro di’ parlavo con Jesus (un mio amico Cileno, non il figlio di dio). 
A Jesus non piace Ottobre cosi’ come non ama i periodi di transizione.
Jesus dice che questo mese, coi suoi colori opachi gli ricorda "chiedi alla polvere”: di come tanta vita, emozioni e sentimenti possano poi finire come una pagine scritte a matita su un foglio che si perde nel deserto.
Ponderai: sotto il mio letto c’e’ una polvere tale che se “chiedi alla polvere” quella, capace che ti risponde....tant'e' piena di vita.
Non trovo Ottobre cosi’ brutto.
Lo sapete perche’ il comunismo non e’ durato?
Sapete qual’e’ l’autore Italiano piu’ famoso oltre cortina?

Una volta il semaforo che sta a Milano, in piazza del Duomo fece una stranezza.
Tutte le sue luci, ad un tratto, si tinsero di blu', e la gente non sapeva più come regolarsi.
"Attraversiamo o non attraversiamo? Stiamo o non stiamo?"
Da tutti i suoi occhi, in tutte le direzioni, il semaforo diffondeva l'insolito segnale blu', di un blu' che così blu' il cielo di Milano non era stato mai.
In attesa di capirci qualcosa gli automobilisti strepitavano e strombettavano, i motociclisti facevano ruggire lo scappamento e i pedoni più grassi gridavano:
"Lei non sa chi sono io!"
Gli spiritosi lanciavano frizzi:
"Il verde se lo sarà mangiato il commendatore, per farci una villetta in campagna.
Il rosso lo hanno adoperato per tingere i pesci ai Giardini.
Col giallo sapete che ci fanno? Allungano l'olio d'oliva."
Finalmente arrivò un vigile e si mise in mezzo all'incrocio a districare il traffico. Un altro vigile cercò la cassetta dei comandi per riparare il guasto, e tolse la corrente.
Prima di spegnersi il semaforo blu' fece in tempo a pensare:
"Poveretti! Io avevo dato il segnale di - via libera - per il cielo. Se mi avessero capito, ora tu
tti saprebbero volare. Ma forse gli è mancato il coraggio."
Si: era Gianni Rodari, l’autore italiano piu’ famoso nei paesi dell'est.
Immagino queste persone, immerse nel grigio dei palazzoni del socialismo reale, nella nebbia, vedere cambiare i colori delle foglie e pensare al semaforo blu.
Ottobre non e’ un mese di grandi cambiamenti (l’Oktoberfest e’ a settembre, la rivoluzione di Ottobre e’ a Novembre).
Ma ogni grande rottura passa per la creazione di piccole crepe.
Ci sono piccoli segni che le cose cambiano e continuano a cambiare.
Parlando incontriamo la tecnica che mi aiuta negli esperimenti (un esule dell’11 Settembre Cileno).
Lei va di fretta: c'e' una conferenza per i 40 anni della morte del Che, dice.
Ha una sessantina d'anni, degli occhiali spessi, degli occhi grandi e uno sguardo che mira lontano.
Forse non e' un classico iconografia della rivoluzione permanente, ma i sistemi crollano anche perche' c'e' gente come lei.
Aggiornamento: visto che alcuni mi chiedevano lumi sull'11 Settembre Cileno ho aggiunto il corto di Ken Loach sul documentario dell' 11 Settembre. E' un video bellissimo e vi consiglio vivamente di vederlo- clicca qua.