Tuesday 29 August 2006

VACCANZA Ovvero voglio vivere stravaccato come mi si confà.

A casa trovo la vespa Argo e i cugini Ettore ed Elena (in famiglia si fa in molti il classico) Vado in giro con Argo, è incredibile: raggiunti i 30 km/h si guida come un Jet. Non nel senso dalla velocità, ma nel senso che, le vibrazioni sono pari a quelle di un aereo che spera la barriera del suono.
Vado a trovare la mia vetusta nonnina. Mi dice che si sente stanca come una vecchia di 80 anni…immagino significhi che si senta bene….visto che lei, di anni ne ha 83.
Incontro un altro parente. E’ stato assunto all’ESA. Sono contento per lui (anche se mi chiedo cosa se ne faccia, l’Agenzia Spaziale Europea di un contadino).
Quando scopro che l’acronimo indica l’Ente Sviluppo Agricolo, i miei dubbi hanno una risposta.
Quest’anno abito dove passavo le vacanze da piccolo. Mi ricordo quando con mio cugino ci convincemmo di raggiungere il centro della terra scavando un pozzo (prima di conoscere gli scritti del Francese Julio Verne).
L’impresa, come potete immaginare, non andò a buon fine: venne troncata dalle sibilline-ermetiche parole di mio nonno: “ma proprio li’ dove avevo piantato le cipolle, dovevate scavare?”.
Il posto è come allora, ma non ci sono più tutte quelle piante tra cui giocare. Un giorno, dopo S. Lorenzo, con mio cugino (che era quello furbo, in famiglia) vi andammo alla ricerca di stelle cadute nei nostro campi.
Ora non ci sono più viti e forse i trattori han portato via anche le stelle che quel giorno non trovammo. Per fortuna i miei desideri non si sono avverati, per cui, non tutto è perduto.
Dalla veranda si vede il mare, il mio mare blu e il cielo azzurro e viceversa. E’ grande, infinito. Però quando ero piccolo, per non spaventarmi o perdermi nella sua grandezza. Pensavo vi fosse un muretto di mattoni rossi proprio li’ dove il cielo finisce e il mare incomincia….e il cielo qui è vicino. Forse perché l’umidità crea una lente che ingrandisce ela luna. Ma guardo le stelle e mi chiedo se anche Lei, in questo momento le stia guardando. Non dovrei pensare queste cose. Ma quando si è vicini alla perfezione è umano (o almeno tipico per me) pensare a ciò che manca, a quanto sarebbe meglio dividere la bellezza con qualcuno.
Un canto si alza. Sembra un Muezzin che richiami alla preghiera. Sembra di essere tornati indietro nel tempo, quando un Islam diverso produceva giardini, fontane e stanze dello scirocco dove ora la siccità (purtroppo non solo reale avanza).
La canzone triste continua, non capisco le parole e il ricordo torna una volta ancora all’AlhAmbra, l’opera umana più bella che finora abbia mai visto. Mentre penso tutte queste cose, viene mia madre, mi guarda pensieroso ed esclama: “la signora Lina, la nostra vicina, le piace ancora cantare le canzoni in dialetto”. Il sapere che la muezzin è la nostra vicina e che l’arabo sia il dialetto che non ho mai imparato rovina un po’ l’atmosfera. Anche le stelle alla cui luce mi beo, magari non esiston più, ma forse, a volte è meglio non sapere le risposte alle domande che non si son fatte.

Sunday 20 August 2006

Holy holidays-

 Tra qualche giorno andro’ in vacanza. Tuttavia, fear not, il blog continua con la frequenza usuale.
Anzi, per dimostrare che questo blog e’ avantissimo <suspence, effetti speciali, fuochi d’artificio, flap flap di Nazgül> eccovi il resoconto della vacanza prima ancora di partire.
Magia? No: questo pezzo l’ho scritto un anno fa, ma allora non avevo dove metterlo.
Siccome i luoghi sono gli stessi, eccovi il post su Falloppiolandia-summer version.
“Parte l’aereo, ritorno. Ritorno perche' ad essere incantati dal mondo ci si scorda le origini. Si dimentica che il cielo possa essere, nonostante tutto, cosi’ blu e che, sulla terra gialla, esistano templi possenti e antichi piu’ magici degli immensi grattacieli. Ancora una volta rimango affascinato dalla ricchezza che gli Arabi espressero nei mosaici a Monreale e nei dedali dai profumi antichi della Kalsa. Vedo i tramonti sulle saline di Trapani dove inoperosi mulini sembrano essere li' solo perche' il sole vi tramonti dietro quando non vuole dormire su scure montagne. E sono davanti a questo mare verde che abbraccia tutto.
I cibi, che finalmente mangio con la mia bocca e non attraverso le “mangiate” narrative di Montalbano. Le mie mani sono unte, sorrido e penso che tutto questo si accumulera’ dentro di me a lungo; la mia terra lascia un segno, anche sulla mia linea.
Torno a casa come un turista, mi stupisco di tutto. Ma non e’ la curiosita’ di chi passa. Provo a capire i percorsi non sempre semplici, della mia gente.
Mi emoziono per ogni filo d’erba che fiorisce dove un tempo era deserto, e sento un colpo al cuore a ogni ferita inferta a una terra che definisco mia perche’ fissata per sempre nei miei ricordi: “Come osano lasciare cadere la torre saracena della tonnara?
La stessa che in un angolo della mia mente e’ indistruttibile?”
Da li’ vicino ho imparato a tuffarmi, a buttarmi nel vuoto capendo che nel mare ci si puo’ annullare, cosi’ come nella vita, ma non per questo si deve temere di osare.
Vedo i turisti che danno soldi alla mia terra, ma non la comprano, la affittano per un po’: la mia terra sa essere anche un prostituta e a me, fa pensare  che per parcheggiare dove ho sempre vissuto debba pagare. Alla fine, questo viaggio dentro me, attraverso la mia terra, diventa un lusso di felicita' e tristezza.  La mia terra troppo piena di ricordi per potere essere dimenticata, troppo vuota di prospettive per essere considerata seriamente "casa".

Monday 14 August 2006

Un inciso sull'albero

L’albero davanti alla mia finestra sente freddo ed e’ confuso. La meta’ destra sta virando al rosso ed ha deciso che e’ autunno. Quella sinistra spera ancora nell’estate. Intanto  l’arcobaleno si bagna
Gli alberi sono forti, solitari, silenziosi, pensierosi, introversi. Come me. Del resto anche loro sono umani: me lo raccontava mio padre prima di addormentarmi da piccolino.

Ermes e Zeus scesero sulla terra p
er vedere come vivessero gli uomini, si travestirono da mendicanti e cominciarono così irriconoscibili il loro viaggio.
I due trovarono solo accoglienze scortesi, nessuno voleva dar loro cibo ne accoglierli sotto il proprio tetto.
Un giorno arrivarono ad una piccola capanna, dove abitavano una coppia di anziani: Filemone e Bauci. I due erano molto poveri ma
ricevettero i mendicanti accogliendoli in casa e dividendo con loro il poco cibo che avevano.
Commossi dalla loro bontà, Zeus ed Ermes, rivelarono la loro identita’.
Zeus chiese ai due vecchi quale fosse il loro desiderio più grande e loro pregarono di non essere mai separati, nemmeno dalla morte.
Filemone e Bauci vissero poveri e felici e, quando fu giunta la loro ora, morirono insieme: Filemone fu tramutato in quercia e Bauci in tiglio. Due alberi dai rami intrecciati, che spuntavano da un unico tronco.


Quando abitavo in Spagna si raccontava ancora la storia del romantico Califfo di Cordoba che, per la sua sposa  intristita dalla lontananza dalla Sierra Nevada innevata sopra Granada fece diventare la sua citta un giardino di aranci in modo che, da Novembre a Maggio tutte le strada di “Medina Al-Zahara” si ricoprissero di candidi fiori.

Gli alberi sono esseri magici ed eterni: se un diamante e’ per sempre e un verme sotto formalina si conserva anche per parecchio tempo, regalate alla vostra donna un albero e capira’ quanto la amate.

C’e’ nessuno che puo’ annaffiare tutti I bonsai centenari che tengo per me, quando andro’ in vacanza?

Friday 11 August 2006

Amsterdam 2/II

In certi periodi arte fu pura accademia: bravura tecnica, senza concessione alcuna all’estro e alla visione personale. Ancora oggi, per esempio in musica, ci sono due diverse visioni dell’ arte: chi fa il conservatorio e chi impara e sviluppa la musica ad orecchio. Van Gogh e’ l’inventore della seconda scuola. Anche se non mi sembra gentile dire che Van Gogh fu l’inventore dell’arte ad orecchio….
Ad Amsterdam ci sono un sacco di coffee shop (anche se non ho bevuto un buon espresso che sia uno) <nella foto ci sono anche io, non quello rosa, questo qua>. Alcuni coffee shop non sembrano invitanti: uno, un po’ lontano dalla zone piu’ turistica e’ pieno di staue e idoli di tutte le religioni, mi piace: e’ strano. Entro. la mia  incoordinazione nella lavorazione della gangia viene considerata  effetto di un eccesso di uso di sostanza psicotropica…. Alla fine, spiegato l’equivoco, un nero grosso e amichevole mi illustra mentre si confrontiamo le nostre storie tra emigrazione e fumo.
Eccomi nel quartiere a luci rosse dove, dietro vetrine assisto all’immondo mercimonio delle carni, uno spettacolo degradante che offende la morale e l’etica….che bello: ho un posto in prima fila!
Sono quasi tutte giovani e bellissime….saranno studentesse… quanto costeranno le tasse universitarie ad Amsterdam? Bisogna salvarle.
Avessi un cavallo Bianco potrei irrompere nei loro pertugi….nel senso di locali di piccoli dimensioni e riscattare le principesse. Vado in giro, rinuncio: mi servirebbero troppi cavalli bianchi e non saprei cosa fare con decine di principesse….e se poi non vogliono essere salvate? Qua nessuno le obbliga, magari lo fanno per piacere….oh beh’ se lo fanno per piacere allora sarebbe giusto che loro pagassero I rispettivi chaperones.
L’atmosfera e’ cosi’ tranquilla, ma non riesce comunque a lavare il mio senso di disagio dovuto alll’episodio immorale di cui mi sono reso partecipe nel pomeriggio: la visita alla casa di produzione di una birra decisamente scarsa.
Saluto Amsterdam, il suo sole caldo, la sua gente socievole, gli zoccoli (maschile e femminile) prendo la mia valigia di cartone torno a casa. <la seconda foto e' del Gay pride del post precedente>
Torno a casa, prima mi dicono che c’e’ stato overbooking, alla fine mi sistemano in supreme class…. qua non ci sono poppanti ma business-men in giacca e cravatta. Mi danno il giornale, controllo la pagina economica come gli altri ma in realta' leggo i fumetti e mi lamento a voce alta del prezzo dei diamanti. Il personale di bordo e’ disponibilissimo con noi della prima classe, quasi flirta, purtroppo le due hostess bionde si occupano degli altri, mentre noi abbiamo lo stewart Pierre….
Epilogo: torno a casa. Ho ancora un pacchetto di sigarette quasi intonso. Decido di darlo a qualcuno: la mia carriera di fumatore e’ durata abbastanza. Vedo una mia amica che so fumatrice, le do il pacchetto….mi dice che ha smesso di fumare perche’ e’ in cinta!!!
Il padre e’ il mio amicone T. Sono contentissimo per loro. E’ grandioso.
Loro verranno nella mia stessa citta’, per cui saro’ una specie di zio….i bambini sono bellissimi. Immagino me stesso fra un anno o due, camminare col passeggino al parco.…..non c’e’ niente da fare: io I bambini li adoro….e continuo a passeggiare con la mente. In un parco, pieno di ragazze madri.

Tuesday 8 August 2006

Amsterdam 1/II

Antefatto: Lunedi’ sera sono nel mio candido lettino e mi rendo conto che questo fine settimana non ho niente in programma. Non riesco a dormire.
Trovato: domani organizzo un viaggio. Ora posso dormire tranquillamente.
Il giorno dopo guardo la mia cartina personale e vedo la mia meta: la', a nord est dell’isola Iberica, e a sud di Blondeland: Paesi bassi, arrivo.
Post:
Amsterdam e’ terra di tulipani (600.000 bulbi), la citta’ del caffe’ e delle biciclette (una per bulbo) di pianure sottratte al mare. Gli Olandesi hanno una cultura avanzatissima in ogni campo: Van Gogh  inizio’ l’arte moderna, Cruijff  il calcio moderno e, se guardiamo con attenzione I quadri dell’olandese Bosch possiamo chiaramente distinguere che il vecchio Hieronymus aveva gia’ previsto l’avvento dei coffee shop con 5 secoli di anticipo.
Partenza: Il sole sorge, lentamente in un cielo monocolore e grigio. Chissa’ perche’ l’alba vista tornando a casa appare piu’ calda di quella livida che mi vede lasciare la mia magione sull’Elba. Sull’aereo vorrei dormire ma un bambino di pochi mesi, seduto accanto a me, piange. Passa mezz’ora, il bimbo continua a piangere…..dopo un ora l’hostess chiede alla gente accanto se vogliono qualcosa per il mal di testa. Vorrei chiedere, piuttosto degli anticoncezionali da dare alla signora….nel caso avesse l’idea di donare alla creatura urlante un fratellino/sorellina.
Quando, dopo un ora e mezza la signora scende dall’aereo c’e’ solidarieta’ tra I passeggeri: le hostess dovrebbero essere dotate di cloroformio da utilizzare in questi casi. Ho imparato qualcosa che non sapevo: i bambini per quanto gnomi possono avere tanta potenza nei polmoni da piangere 90 minuti ininterrottamente....maledetti embrioni ipertrofici.
Arrivo in centro, la citta’ e’ costruita nello stile Backsteingotick: tra il secolo XIII e il XVI le citta’ crebbero e si dovettero costruire molti edifici. In queste zone in cui marmo e pietra scarseggiavano si invento’ il Gotico Backsteingotick. Gli edifici in questo stile hanno le forme imponenti del gotico, ma sono costruiti di mattoni rossi.
L’effetto finale e’ qualcosa serioso come il gotico, ma divertenti come le riproduzioni costruite coi LEGO.
In citta’ c’e’ movimento: vedo tante bandiere colorate (manifestazione pacifista?), da lontano vedo donnone pettorute, colori e sui canali passano tanti barconi che sembrano carri allegorici (carnevale di Rio?). Purtroppo no: e’ il gay pride.
Il purtroppo e’ dovuto al fatto che, nonostante l’atmosfera sia allegra e scanzonata che fa apprezzare la manifestazione (anche se sono di gusti sessuali ben diversi)….la musica techno-house e’ davvero terribile.
Si cammina per le calli….di tanto in tanto trovi un italiano che ti chiede una cartina: c’e’ un sacco di gente che si perde ad Amsterdam.

Non perdete la prossima puntata che contiene gli affascinanti episodi: "Falloppio nel negozio del caffe’" e "Falloppio e l'immondo mercimonio delle carni".